Dopo sole 5 giornate, esprimere delle tendenze statistiche più che prematuro, è come minimo avventato. Alcuni numeri, però, possono già rappresentare la vocazione di questo campionato.
Il Girone B è il raggruppamento della Serie D dove si è segnato di più: 142 reti in 45 gare (più di 3 a partita). Ben 22 in più del Girone H. Non solo, già 17 match sono finiti con almeno due gol di scarto (addirittura 9 con almeno 3). Segnale di poco equilibrio e marcate differenze come testimoniano anche i soli 8 pareggi (uno soltanto nelle ultime 2 giornate). Insomma, valori già parzialmente definiti e attacchi decisamente dominanti.

Gli arsenali offensivi più efficaci, però, non sempre corrispondono alla figura del supercannoniere. Almeno al vertice. Intanto una premessa. Nella stagione scorsa, nei nove gironi di Serie D, solo in due casi (Titone della Sambenedettese e Catania del Siracusa), il vincitore della classifica marcatori militava nella squadra che si è poi aggiudicata il campionato. Al contrario, in quattro casi, l’autore del maggior numero di reti indossava la maglia di un club finito oltre la quinta posizione.
Le prime 5 giornate del Girone B sembrano poter confermare questa tendenza visto che le due formazioni che guidano la classifica (Pergolettese e Monza) sono vere e proprie cooperative del gol (7 diversi marcatori per 12 reti realizzate), mentre l’attuale top scorer (Germani, 5 centri) è la principale bocca da fuoco della Virtus Bergamo terza. Conclusione? Banalissima, ma spesso sottovalutata. La distribuzione dell’attacco conta e incide più del singolo uomo gol.

Tra le squadre che meglio si identificano nelle contraddizioni di cui sopra, la Virtus Bolzano, prossima avversaria della Pro Patria nella sesta giornata (domenica, ore 15). I ragazzi di Luca Lomi sono quintultimi a 4 punti e, pur avendo mantenuto la porta immacolata in due occasioni, hanno subito ben 11 reti (a fronte delle 3 realizzate). I biancorossi sono però anche gli unici ad aver imposto il pari al Monza, fermato 0-0 al “Brianteo” il 18 settembre. Picchi opposti di rendimento che impongono di mantenere la guardia alta.

La Virtus (nella foto, la sconfitta interna con la Pergolettese) è l’autentica espressione cittadina del calcio bolzanino. Eredi dell’Unione Sportiva Bolzano (e della mezza dozzina di sue successive emanazioni), le aquile altoatesine condividono con il SudTirol (attualmente in Lega Pro) l’impianto di gioco, il “Druso” di viale Trieste.
Dando un’occhiata al passato, i precedenti in campionato con la Pro Patria sono complessivamente 14. La supremazia biancoblu è piuttosto robusta: 7 vittorie a fronte di 4 pareggi e 3 sconfitte. Nella memoria collettiva degli appassionati più agée, il ricordo incancellabile è certamente quello legato allo 0-0 del 29 maggio 1960. Quella domenica, un migliaio di tifosi bustocchi si sciropparono oltre 300 km (all’andata, altrettanti al ritorno) per sostenere una squadra che da lì a pochi giorni avrebbe festeggiato il ritorno in Serie B dopo 3 anni. L’allora Associazione Calcio Bolzano terminò il Girone A di Serie C in seconda posizione ad una sola lunghezza dai tigrotti allenati da Piero Magni.

Giovanni Castiglioni