Saronno-Varese, un derby speciale per una serie di motivi. Domenica al “Chinetti” di Solbiate Arno si ritroveranno di fronte due squadre ripartite da zero l’estate scorsa, si affronteranno due piazze che hanno entrambe ritrovato l’amore per il calcio. Incrocio particolare anche in panchina: da un lato l’ex biancorosso Gianluca Antonelli alla guida degli amaretti e dall’altro il saronnese Giuliano Melosi conducente della macchina da guerra Varese.

Sfida speciale anche per il tifoso Stefano Calamida, da sempre innamorato dei colori biancorossi e da tanti anni residente a Saronno. “Sono nato nel ’61 e negli anni Sessanta ho vissuto in via Montello – ci racconta -. Lo stadio era a due passi e con gli amici del quartiere andavamo a vedere il Varese a piedi, allora c’era poco traffico. Poi mi sono trasfertito a Gavirate con la famiglia e poi ho vissuto a Pavia per studiare; il lavoro invece, sono radiologo, mi ha portato a Saronno nel 1992″. Stefano vive con sua moglie Daniela e i suoi tre figli: Lorenzo (16), Francesco (14) e Marta (9) che porta spesso allo stadio. “Al “Franco Ossola” non mi perdo una partita, i miei ragazzi vengono volentieri allo stadio, mentre la piccola l’ho portata una sola volta quando all’intervallo ho battuto il rigore contro Bastianoni. Mia moglie è venuta qualche volta, ma non è scattata la scintilla”.

Tifosi del Varese, ma anche simpatizzante del Saronno: “Questa estate ho assistito ad un’amichevole di allenamento con l’Uboldese. La squadra è stata rifondata dopo un po’ di anni in cui il calcio era sparito e la città l’ha accolta con grande simpatia. Vivo a Saronno da tanti anni, ci ho lavorato per lungo tempo e so quanto la città ci tiene alla sua squadra”.
Cosa si aspetta dalla sfida di domenica? “Al Chinetti sarà una bella festa. Le due tifoserie sono amiche, spero in una vittoria del Varese, magari di misura perché ci tengo che il Saronno faccia bella figura. Spero riesca a salvarsi perché è una piazza storica”.

Giochiamo coi ricordi… “La sfida più emozionate del lontano passato è sicuramente Varese-Inter finita 2-0 nel ’74. Nella storia recente invece, la partita più bella è stata quella contro il Brescia finita 3-2 dopo il 2-2 di testa di Troest e il terzo gol di Oduamadi da fuori nei minuti finali – racconta -. E’ stato stupendo e ho quasi avuto un mancamento”. Stefano non si espone suoi nomi: “Un giocatore preferito non c’è perche fare un nome significherebbe dimenticare tutti gli altri. Dire Neto leva importanza ai giocatori che ci sono adesso e che mettono grande impegno. Sono davvero tutti bravi ragazzi“. A proposito di Neto, da tutti i biancorossi considerato l’eterno capitano, ricordate il famoso striscione “Neto na Seleçao” fatto dal club Ispra Alcoolica ed esposto qualche anno fa nei Distinti? A lanciare lo slogan fu proprio Stefano Calamida che dagli spalti gridava lo gridava a gran voce.

Come ha vissuto la scorsa stagione? “Malissimo, soprattutto quando è arrivato Cassarà. La giornata successiva alla sua presentazione ci furono cori e insulti tra i tifosi della Curva e quelli dei Distinti, io andai a casa col magone. Oramai si era perso il senso di obiettività e misura. Lo sport deve essere momento di aggregazione e la cosa bella di quest’anno è proprio questa. Allo stadio è sempre una festa e speriamo di festeggiare a lungo!”.

Elisa Cascioli