Lucía Parini, 23 anni di carriera pallamanistica, di cui 8 a Cassano Magnago, ha deciso di smettere, dopo il suo annuncio alla vigilia della gara-2 di semifinale Scudetto. Le rendiamo onore con un’intervista, che non sa di addio, ma di arrivederci sotto spoglie diverse. Lucia infatti tra i suoi vari progetti spera di rimanere nel team di allenatori del settore giovanile femminile.
Hai deciso di smettere, perchè?
“La decisione è stata maturata nel tempo, già a novembre 2016 ho deciso che questo sarebbe stato il mio ultimo anno. Ho altri progetti da realizzare e li voglio sviluppare con la massima qualità possibile”.
Petazzi non è d’accordo, ti vedrebbe bene al fianco della Proustner in Nazionale. Per lui sei “garanzia”…
“Lui ci tiene che io sia parte della Nazionale, ma io ho già giocato in Argentina, è stato un onore vestire la maglia del mio paese e credo che la mia quota l’abbia già data in quelle occasioni. Ora ci sono ragazze giovani che devono prendere il mio posto. Il Cassano intanto sarà in buone mani: se Meneghin rimane, lei ha 22, ha tanti anni per crescere ancora, ha fatto bene e continuerà a farlo”.
Quindi in Argentina hai giocato in Nazionale?
“Sì, fino a 7 anni fa. Ho fatto i campionati giovanili, mondiale juniores, campionato Panamericano, poi questioni di distanza e condizioni economiche del movimento argentino non permettevano di fare questi lunghi viaggi dall’Europa. Quindi ho mollato”.
Da quanto giochi?
“Gioco da 23 anni, ho conosciuto questo sport tramite un professore di educazione fisica. Era uno sport sconosciuto, come qui. La prima volta che ho giocato me ne sono innamorata e ho chiesto a mio papà di portarmi”.
Non pensi ti mancherà?
“Sicuramente mi mancherà, la mia vita è lo sport. Ma bisogna anche evolversi e trasformarsi, non si può giocare tutta la vita. Mi mancano due esami per specializzarmi in scienze dello sport alla Statale di Milano. Quest’anno ho iniziato ad allenare le giovanili. Sarà difficile il cambio, ma lo vedo bene. Mi toccherà guardare le partite da fuori, mi mancherà più l’agonismo della gara e non gli allenamenti”.
Quindi che progetti hai?
“Finire la specialistica e proseguire un progetto insieme a Davide Kolec, che per ora è un’idea in via sperimentale per realizzare la nostra tesi di laurea, poi vediamo gli sviluppi che può prendere. Poi vorrei continuare il lavoro iniziato quest’anno con le giovanili e capire se riesco a dare qualcosa anche nel settore femminile, dopo tutti questi anni di sport e studio. Sto facendo il tesserino come allenatore di terzo livello quindi mi auguro di rimanere nell’ambito, anche se non dipende da me. Io credo che bisogna farlo con passione e qualità. Fare il tuttologo non è una cosa che mi piace molto e voglio focalizzarmi solo su alcune cose e farle al meglio”.
Magari ti vedremo in futuro allenare la prima squadra femminile?
“Non è nel mio piano allenare la serie A1, mi piacerebbe continuare con le giovanili. Ma dipende da quello che la società vorrà fare”.
Da quando sei a Cassano? Cosa hai trovato qui?
“Sono a Cassano da 8 anni, questo è l’ottavo campionato con la maglia del Cassano. Qui ho trovato una seconda famiglia. Ho iniziato a fare non solo la vita da professionista ma anche a crescere come persona: ho ricominciato con gli studi, cosa di cui avevo estremamente bisogno; ho trovato amici che mi vogliono bene e a cui voglio bene. La parte della gioventù, dai 25 ai 33 anni, l’ho vissuta qui e qui mi sono formata come persona. Sono soddisfatta ma non è finita qui, andiamo avanti”.
Hai rimpianti?
“Diciamo che la cosa più dura è stata dire no alla Nazionale argentina quando ho deciso di giocare in Europa. Poi penso di aver provato tutto e sono soddisfatta della mia carriera sportiva! Infine voglio ringraziare tutti, la società, Petaz e le compagne. Voglio dire grazie a tutti coloro che si impegnano nel mondo della pallamano, grazie ai media che cercano si far crescere questo sport e farlo conoscere. Grazie per il supporto!”
Federica Scutellà