Guendalina Madella, classe 1991, è l’ala destra mancina della formazione di serie A1 della Pallamano Cassano. Giocatrice d’esperienza, ha iniziato a giocare a Cassano all’età di 8 anni, grazie alla mamma allenatrice Olivia Da Campo. La svolta a 19 anni: Guendalina è partita alla volta di Vigasio, poi, per ben due anni, a Salerno con cui ha conquistato lo scudetto nel 2013, un anno di A2 al Raluca e infine si è trasferita a Conversano. Quest’anno veste di nuovo la maglia della sua città e sta contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo di stagione, i play off.

La sconfitta del weekend vi ha segnato? Avete indubbiamente perso un’occasione importante in vista delle qualificazioni ai play off. ll Presidente Petazzi parla di mentalità sbagliata.
“Senza dubbio il risultato di sabato ha pesato molto, principalmente da un punto di vista di classifica, perchè avremmo potuto approfittare dei passi falsi di Estense e Teramo per guadagnare terreno in vista play off, invece abbiamo portato a casa un solo punto. Sono d’accordo con il presidente quando dice che il nostro problema è di mentalità: purtroppo per vincere non bastano le gambe, bisogna metterci anche testa e cuore. Sabato credo ci abbiano fregato gli ultimi 10 minuti: dopo un primo tempo altalenante, avevamo messo in cassaforte un vantaggio di 5 reti e, consapevoli dell’esigenza di mantenere tale vantaggio, abbiamo rallentato (forse troppo) e, complice anche un po’ di stanchezza fisica, non siamo riuscite a reagire all’assalto del Dossobuono che non ha mai mollato 1 cm”.

Il prossimo incontro vi vede impegnate in casa contro Nuoro. Con che spirito affronterete la gara e secondo te riuscirete a guadagnare i 3 punti?
“La prossima gara sarà contro Nuoro in casa, sicuramente dopo le 2 sconfitte contro Casalgrande e Dossobuono abbiamo voglia di rifarci e di conquistare questi 3 punti, sperando anche nel caloroso sostegno del nostro pubblico!”. 

La tua storia pallamanistica ti ha portato in giro per l’Italia, raccontaci la tua esperienza.
“Sono stata 5 anni fuori casa, ho avuto modo di fare molta esperienza sia a livello pallamanistico sia personale. Tornassi indietro lo rifarei altre 1000 volte, e non solo per i risultati sportivi ottenuti”.

Qual è il momento che ricordi con più cuore?
“Uno dei momenti più emozionanti in assoluto è stata la finale scudetto con Salerno nel 2013: a due minuti dalla fine della partita perdevamo di 2 contro Sassari, di fronte al pubblico amico. Non dimenticherò mai la determinazione delle mie compagne nel voler portare a casa quel trofeo. Penso che di tutte le cose che ho visto in 5 anni, quel giorno mi rimarrá impresso per ciò che mi ha insegnato: prima di tutto perché puoi anche essere la squadra più forte del campionato, ma se non usi il cuore non vincerai mai nulla, e in secondo luogo che la partita non finisce finché l’arbitro non fischia. Per onor di cronaca, a fine partita avevamo lo scudetto cucito sul petto, abbiamo recuperato 3 goal”.

Sei una giocatrice-lavoratrice, quali sono i sacrifici che fai per essere in campo?
“Sacrifici è una parola grossa! Sicuramente non vivo sugli allori, attualmente lavoro, gioco e studio e il mio tempo libero è pari a zero, ma la mia fortuna è che amo quello che faccio, quindi non penso che chiamarlo sacrificio sia corretto. Di certo non è semplice riuscire a conciliare tutti gli impegni, ed è per questo che devo assolutamente ringraziare la società Fun4Fit, palestra in cui lavoro, e lo staff del Cassano, che mi mettono nelle condizioni di poter fare tutto senza rinunciare a nessuna delle mie passioni!”. 

Federica Scutellà