Se dicessimo che stiamo parlando di uno dei più forti numeri uno della prima categoria degli ultimi anni probabilmente qualcuno penserebbe che siamo di parte, ma i più, quelli che i gironi del varesotto di calcio dilettanti li masticano da tempo, sanno che è la verità, che non amiamo le bugie e che cerchiamo sempre, il più possibile, di avvicinarci alla realtà. Non sarà questa l’eccezione, anzi le “regole” sono sacre, qui l’unica eccezione, che sottolinea la differenza tra un buon portiere ed un numero uno straordinario, ha un nome ed un cognome: Alessandro Di Rita.
GUANZATESE VALCERESIO21Descriverlo è semplice: poche parole e tanti fatti, i suoi guantoni, l’immancabile fascia in testa, l’istinto di un felino, la sicurezza di un veterano e quella nomina di leader silenzioso che negli ultimi quattro anni ne hanno fatto un punto fermo della Valceresio.
Succede, però, che la vita non sia fatta di solo calcio, che sogni e progetti personali talvolta non concilino con gli impegni sportivi e che d’un tratto alcune strade si allontanino più del previsto. Ecco perché il numero uno di Arcisate appenderà i guantoni al chiodo: “Ma spero che sia un arrivedercici tiene subito a precisare. Poi, con pochi giri di parole, ecco la spiegazione di questo stop: “Da tempo nutro un sogno con un mio amico, quello di aprire un birrificio, finalmente questo nostro piccolo sogno diventerà realtà ma almeno momentaneamente non mi permetterà di giocare a calcio”. Perché?Semplicemente perché assorbirà tutto il mio tempo anche nel weekend visto che dovrò far conciliare quest’attività con la mia attuale occupazione, di conseguenza non potrei garantire la mia presenza né ad allenamenti né alle partite e perciò, a malincuore, ho dovuto fare questa scelta, che ribadisco spero non sia definitiva, diciamo che metto il gruppo whatsapp Valceresio silenzioso per un anno, spero poi mi vorranno ancora (ride ndr)”. E a proposito di gruppo, la cosa che più fa “male” è quella di lasciare i propri compagni, un collettivo unico con cui sono state condivise gioie e dolori, ma soprattutto in cui spicca un preparatore dei portieri che in realtà si è rivelato un vero amico: gorla-valceresio_19Alberto Tagliabue, ovvero il Taglia,  è un grande, un pazzo scatenato, un trascinatore, un leader che ha sempre le parole giuste al momento giusto, oltre che un preparatore perfetto, riesce a far crescere i portieri in pochissimo tempo, è un ottimo insegnante oltre che una bravissima persona, tra me e lui c’è un rapporto speciale e ammetto che comunicargli questa decisione non è stato facile, mi ha pure detto che quando gli è arrivato il mio messaggio la sua collega lo ha visto diventar bianco”, afferma con un pizzico di ironia. Poi prosegue: “Non è stata una decisione facile, ci ho pensato molto, e non è stato facile dirlo ai miei compagni, che sono innanzitutto amici: in queste categorie ciò che conta sono le relazioni ed i legami che ho costruito qui vanno oltre il campo, per questo saluto a malincuore e ringrazio loro, la società, che non mi ha mai fatto mancare nulla, ed il mister Roncoroni, che si è persino emozionato quando ha saputo della mia scelta”. Tanti grazie, ma qualche rimpianto?Rimpianti no, spiace essere arrivato per due volte ai playoff e non essere riuscito a vincere nulla, quest’anno poi abbiamo avuto un’annata particolare con una partenza più forte del dovuto, una stabilità nelle zone alte, nostro obiettivo, e poi un calo fisico e mentale dopo la vittoria con la Guanzatese: lì ci credevamo davvero, ed invece non siamo stati bravi a gestire la situazione, c’è stato qualche screzio, una condizione precaria, a mio avviso abbiamo anche sfruttato male i giovani, ed alla fine siamo arrivati quarti ed abbiamo giocato i playoff in casa della Belfortese, dove non si può dire nulla, hanno vinto meritatamente e per questo faccio loro i complimenti e li faccio soprattutto a Claudio Casaroli, un grandissimo mister”.
Ma che effetto fa essere considerato uno dei portieri più forti ed essere tanti temuto dagli avversari?
gorla-valceresio_9Ovviamente fa piacere, in realtà io sono una persona molto pacata quindi sono uno che vive tutto molto serenamente e questo vale anche per il calcio, penso però di essermi conquistato questa nomina perché un portiere forte è quello che sbaglia meno, ecco alla lunga credo di aver sbagliato poco e di aver sempre fatto il mio”. I ricordi che riaffiorano alla mente, così come gli affetti, sono diversi, uno su tutti non è nemmeno troppo lontano:La vittoria più bella, quella che mi balza subito in mente, è quella dello scorso ottobre con la Belfortese, con un gol di Carini segnato allo scadere e con il rigore parato al mio amico Markaj…mi raccomando scrivilo così lo faccio arrabbiare un po’”, sottolinea ancora divertito.
L’ultimo pensiero, però, non può che essere ancora per quella che è stata la sua seconda casa negli ultimi anni:Auguro il meglio a questa squadra e a tutti i miei compagni e per meglio intendo realizzare il sogno di salire in promozione, se lo meritano tutti, a questi colori sarò sempre legato comunque andranno le cose, come detto spero di tornare, so che li lascio in “buone mani”, ma so anche che non sarò mai troppo lontano da loro”.

Se c’è una peculiarità di cui il portiere non può fare a meno è il coraggio e per realizzare i propri sogni, che talvolta comportano rinunce calcistiche, ce ne vuole anche di più: il coraggio di Alessandro Di Rita è stato premiato a lungo in questi anni e, inutile nasconderlo, ci ha anche riempito gli occhi di prodigi e prestazioni da vero leader, un leader silenzioso certo, ma pur sempre un leader; l’augurio è che questo coraggio possa portarlo a privilegiare anche in questa sua nuova avventura, tanto da diventare anche lì il numero uno dei numeri uno…per il resto, chapeau, “Diri”!

 

Mariella Lamonica