Nella categoria Allievi 2002, il girone A è stato vinto dal Verbano guidato dal tecnico Giovanni Cortazzi, allenatore di lungo corso con esperienze sia nelle prime squadre sia nel settore giovanile, nonché presidente dell’Aiac di Varese.

Si aspettava di vincere il proprio girone in questa prima fase autunnale?
“È la quarta stagione che alleno questo gruppo di ragazzi. Nel corso degli anni si sono aggiunti due, tre giocatori che, non trovando spazio in altre squadre, sono venuti a giocare da noi. Dico questo perché noi non cerchiamo ragazzi e chi viene a proporsi lo fa di sua spontanea volontà. Questo gruppo sta raccogliendo i frutti di un percorso affrontato sempre con serietà e impegno durante gli allenamenti. Sono ragazzi che non hanno mai mollato anche di fronte a sonore sconfitte rimediate agli inizi e soprattutto hanno acquisito un modo positivo di stare tra di loro: mai un litigio e l’avversario è sempre rispettato. Il 2017 per noi è stato un anno eccezionale, culminato con la vittoria del campionato primaverile la scorsa stagione e il primo posto nel girone autunnale adesso. Devo dire che, dopo aver perso la prima partita, in un torneo composto da dieci squadre, in cui una non fa classifica, non pensavo che riuscissimo ad arrivare primi. L’attuale formula penalizza moltissimo ogni passo falso”.

A proposito di formule, a suo avviso i campionati così come sono organizzati penalizzano o valorizzano il percorso di crescita e maturazione calcistica dei giovani calciatori?
“Sicuramente è una modalità che penalizza i ragazzi per tanti motivi. Non c’è equilibrio, in ogni girone ci sono due, tre squadre di livello più alto, soprattutto dal punto di vista atletico, che si giocano l’accesso alla fase regionale, mentre le altre formazioni sono più indietro sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista fisico. Al poco equilibrio va anche aggiunto il fatto che ci sono società con più di una formazione, di cui solo una può fare classifica, quindi competere come prevede il gioco. La regola delle squadre fuori classifica è molto demotivante per i ragazzi. Lei giocherebbe senza poter competere?”.

Quali rimedi si potrebbero prendere a suo avviso?
“Personalmente metterei un limite ai tesseramenti per ogni categoria. Si può ragionare sul numero, ma il concetto è che non si deve arrivare all’attuale situazione nella quale alcune società hanno una sovrabbondanza di ragazzi e altre società che faticano ad avere un numero sufficiente per affrontare il campionato. Il concentrarsi di molti ragazzi in poche società comporta anche che alcuni ragazzi giochino poco, senza avere l’opportunità di confrontarsi con il livello più appropriato al proprio grado di maturazione calcistica. Questa situazione, oltre all’aspetto demotivante legato all’iscrizione di seconde squadre che non fanno classifica, ha delle conseguenze negative anche in termini di apprendimento durante il percorso perché il rischio è quello di riservare le attenzioni e gli allenatori competenti e preparati solo alla formazione ritenuta migliore, quella che fa classifica”.

Altre proposte migliorative?
“Qualora fossero presenti delle società con due formazioni permetterei ad entrambe di fare classifica, ma vincolando la rosa dei tesserati a un’unica squadra. Perché adesso succede che i ragazzi ritenuti migliori vengono spostati alla bisogna sulle squadre in base a calcoli di classifica; questo non è corretto in termini di lealtà sportiva ed è decisamente negativo, in termini di fiducia in se stessi, per i ragazzi che devono far posto ad altri loro coetanei solitamente impegnati con un’altra squadra. Purtroppo da parte di molte società viene inseguito il risultato a discapito del percorso di crescita umana e calcistica del ragazzo”.

In chiave propositiva, ci sono altri aspetti disfunzionali che vuole evidenziare e correttivi da suggerire?
“Ritengo che per il bene dei ragazzi e dell’intero movimento calcistico, i campionati giovanili nel settore agonistico vadano riformati. Il campionato autunnale degli Allievi 2002 è terminato il 18 novembre e anche questo è un aspetto da migliorare, tenuto conto che il ritorno solitamente ha inizio a metà febbraio. Tre mesi di inattività è un periodo troppo lungo. Personalmente, guardo con favore l’impostazione che vigeva qualche anno fa con campionati che duravano tutta la stagione, con girone di andata e di ritorno. Tengo a precisare che l’attuale disfunzionalità dei campionati è anche colpa delle società, troppo spesso assenti alle riunioni con le istituzioni calcistiche, occasioni nelle quali poter entrare nel merito del processo decisionale”.

Come valuta l’iniziativa della Coppa Varese messa in campo dalla Delegazione?
“Senz’altro positiva perché va a colmare quel vuoto agonistico di cui parlavamo. Inoltre negli aspetti organizzativi del torneo c’è stato anche il riferimento a un coefficiente di merito per definire il livello delle squadre partecipanti che potrebbe essere adottato anche per la riformulazione dei campionati. Purtroppo anche in questa occasione si è registrata l’assenza di parte delle società partecipanti”.

Torniamo alla sua squadra. Come preparerà la partecipazione al Regionale?
“Prima cosa, non andremo a cercare ragazzi nella altre squadre. Vogliamo che chi ha conquistato la qualificazione al Regionale abbia la soddisfazione di giocarlo e di mettersi alla prova. Per quanto riguarda la programmazione degli allenamenti, non modificherò nulla, continueremo con due sedute a settimana, perché c’è anche la scuola e, a mio avviso, tre allenamenti e la partita sono troppi. L’importante non è il numero degli allenamenti, ma la qualità”.

– RISULTATI E CLASSIFICA GIRONE A ALLIEVI 2002

 Marco Gasparotto