Dopo due anni finisce l’avventura calcistica di mister Ambrogio Baj sulla panchina del Buguggiate. La scorsa stagione un quinto posto a 49 punti che avrebbe significato play off, se non ci fossero stati i punti di differenza a togliere quella soddisfazione. Quest’anno un settimo posto a 45 punti che sa un po’ di amaro.
Com’è andata mister, come mai questo passo indietro?
“Devo premettere che le stagioni precedenti il mio arrivo non sono state propriamente positive e lo scorso anno abbiamo disputato indubbiamente una ottima stagione, caricando ovviamente quello successivo (cioè quello appena concluso) di molte aspettative – ci racconta Baj -. Purtroppo l’inizio è stato a dir poco devastante dal punto di vista degli infortuni (di natura traumatica e non muscolare), privando la rosa di elementi sui quali si era posta una grande fiducia: cito su tutti Sartori (giocatore che avrebbe dovuto farci fare il vero salto tecnico e che ha giocato in totale 3 partite) e poi Dosi, Bertollo, Nasta, ed altri. Molti di questi assenti erano oltretutto dei giovani “fuori quota”, per cui ci siamo trovati in alcuni casi in grandissima emergenza (ricordo che la Società non ha settore giovanile), rischiando di scendere in campo in 10 o di rimanere in 10 durante il corso della partita”.
Poi però le cose sono cambiate nel girone di ritorno.
“Sì, dopo aver chiuso l’andata a 3 punti dalla zona calda dei play out, siamo corsi ai ripari con l’arrivo di Sinopoli e Puddu, due punte ai quali la “seconda” va molto stretta. Abbiamo inanellato una striscia positiva di 8 partite che si è interrotta con l’infortunio di Puddu prima della partita persa con l’Ispra. Credo che la sua assenza sia stata determinante, lui e Sinopli si completano perfettamente. Il finale è stato in calando, offuscando quanto di buono fatto prima ma non credo per mie responsabilità, come qualcuno pensa e ha voluto fare intendere.”
A proposito mister, ha vinto la squadra più forte?
“Direi proprio di sì, anche se devo dire che mi aspettavo di più dall’Insubria, mentre faccio i complimenti al Casbeno che ha saputo allestire una rosa veramente competitiva”.
Come mai l’addio a Buguggiate?
“Dico subito che non ci sono stati screzi con Monti, persona che conosco da 40 anni e che sono felice sia stato insignito di una alta onorificenza sportiva. Sono un allenatore che chiede molto ai giocatori, soprattutto a livello mentale, cosa che non tutti sono pronti ad affrontare e soprattutto a sostenere nel tempo. Quando ho la percezione che non vi sia più questa disponibilità, preferisco mettermi a disposizione di altre situazioni compatibili con il mio modo di fare calcio”.
Ha un modello di allenatore?
“Francamente no, credo che ciascuno debba essere se stesso, indipendentemente dal livello. Posso dire che ho sempre stimato Zeman che ho anche conosciuto personalmente; ai tempi del Foggia è stato un vero innovatore”.
Un ricordo di questa esperienza a Buguggiate?
“La splendida collaborazione con Maurizio Ossola, non solo validissimo allenatore dei portieri ma soprattutto prezioso aiuto che ogni allenatore vorrebbe avere al suo fianco. E poi Maurizio “Gildo” Pozzi, basta il suo nome per capire quanta esperienza e capacità ha messo a disposizione del Buguggiate, due amici.
Prospettive per il futuro?
“Posto che non intendo appendere il fischietto al chiodo, per ora non ho proposte, o meglio, non ho proposte che ritengo possano sposarsi con quanto ho appena sostenuto, il tutto a prescindere dalla categoria. La serietà non ha categorie… è serietà!”.
Ulisse Giacomino