Cinque medaglie d’oro ai Mondiali di sci nautico per disabili in cinque categorie: campione nello slalom, nelle figure, nella combinata per non vedenti, nella combinata assoluta e, ciliegina sulla torta, nel salto, disciplina dominata con un balzo verso il cielo di ben 17 metri. Cinque: numero perfetto per l’uomo.
Stiamo parlando dell’irraggiungibile Daniele Cassioli, che con la forza dei risultai raggiunti si conferma una volta di più “Imperatore” e campionissimo dei cinque continenti che, dopo aver già vinto nel 2013 a Milano, Idroscalo, e nel 2015 a Elk Grove, California, USA, arricchisce ancora di più il suo peraltro già strepitoso palmares che oggi conta 22 ori mondiali, 20 ori europei, 27 ori ai campionati italiani.
Insomma, ancora una volta, abbiamo il piacere di scrivere: Su-per-la-ti-vo Daniele Cassioli che pochi giorni fa a Myuna Bay, Australia, è salito per cinque volte sul tetto del mondo confermandosi il numero 1 ogni tempo in una disciplina difficilissima…
“Una grandissima soddisfazione perché – dice in tono ricco d’entusiasmo Daniele, appena tornato dall’altra parte del mondo – nemmeno io mi aspettavo di poter essere così competitivo in così largo anticipo rispetto a tempi solitamente fissati in luglio-agosto. Tuttavia, per arrivare preparato all’appuntamento mi sono trasferito sul litorale laziale e lì mi sono allenato duramente, sciando il più possibile, ma come comprensibile tutto ciò non poteva bastare a garantirmi il successo”.
“Poi, una volta in Australia, ho dovuto affrontare tanti piccoli grandi problemi: vedi una barca d’allenamento piuttosto “spompata”, con poca ripresa e non ideale per il mio tipo di sciata; vedi un campo gara con acque basse e quindi con scarsa risposta dinamica; vedi un plotone di avversari di grande qualità; vedi infine l’adattamento al fuso orario e qualche acciacco alla spalla già operata. Però, se è vero che un campione di vede nel momento e nel modo in cui supera le difficoltà, spero di aver dimostrato una volta per tutte di che pasta sono fatto…”.
Perché, avevi dubbi in tal senso? “No, personalmente non ho mai avuto né dubbi, né perplessità perché so bene quello che faccio, l’impegno e la qualità del lavoro che affronto quotidianamente e i sacrifici a cui sottopongo me stesso, la mia famiglia e lo staff – Giuseppe Caino e coach Daniele D’Alberto – che da anni mi segue con passione”.
“Però – continua Daniele –, allo stesso tempo, so benissimo che confermarsi a così alti livelli è difficile e complicato e prepararsi in maniera scrupolosa non è di per sé garanzia di successo. Servono applicazione rigorosa e fortissima determinazione mentale, due elementi nei quali penso di essere cresciuto parecchio negli ultimi due anni”.
“Ma uguale, anzi, anche maggiore, è la determinazione che mi spinge a fare sempre meglio nella mia attività di “testimonial” dei valori e dell’importanza che riveste lo sport per le persone disabili. Io, quando ho lo sci ai piedi, mi sento libero, davvero felice e con dentro una serenità persino difficile da spiegare. Ebbene, questi sono stati d’animo che vorrei spiegare e condividere con tutti i bambini non vedenti aiutandoli, se possibile, a “vedere” nello sport un elemento fondamentale di crescita, di socializzazione, di maturazione ma – conclude Daniele -, soprattutto di libertà”.
Massimo Turconi