Gli impegni di coppa – a Masnago, considerando l’esperienza della passata stagione, lo sappiamo molto bene – possono essere logoranti e portare via energie. L’unico modo per poter sostenere un tale ruolino di marcia è avere una squadra attrezzata, con giocatori in grado di sostenere il carico fisico del doppio impegno e un roster molto lungo che possa permettere di far fronte ad ogni evenienza.

Venezia, per esempio, l’anno scorso è stata in grado di vincere il campionato e di arrivare fino alle Final Four di Champions League. Avellino in questa stagione ha le carte in regola per provare ad imitare il cammino degli orogranata. È difficile sperare che i biancoverdi possano arrivare al lunch match di domani alle 12 con poche energie, nonostante la partita giocata mercoledì sera contro i cechi del Nymburk.

Il leader in campo è – da anni – il veterano Maarten Leunen, che in questa stagione per la verità si sta imponendo come protagonista anche dal punto di vista delle cifre: solitamente si limitava ad essere il regista occulto di Avellino, quel giocatore in grado di leggere sempre la situazione e di sfoderare la giocata giusta al momento giusto. Quest’anno sta anche viaggiando a 10.5 punti e 7 rimbalzi di media con 16.2 di valutazione.

I giocatori di maggior talento della formazione irpina però, senza nulla togliere al professor Leunen, sono altri: Jason Rich è un giocatore solido, con grande esperienza europea, e può sempre estrarre dal cilindro la prestazione da 20 o più punti. Ci sarebbe poi anche Bruno Fitipaldo, che ha incantato l’Italia un anno fa con la maglia di Capo d’Orlando, ma una frattura al pollice lo terrà lontano dai campi per più di un mese.

Non è da sottovalutare come realizzatore nemmeno Dezmine Wells, alla prima esperienza vera e propria in Europa (precedentemente aveva disputato solo una manciata di partite in Grecia), anche se per ora sta facendo meglio in Champions League rispetto al campionato. Chiude il quintetto Hamady Ndiaye, un centro più di sostanza che di qualità tecniche.

Il parco lunghi è stato fino ad ora il vero tallone d’Achille della squadra di Pino Sacripanti: non tanto perché siano stati scelti giocatori non all’altezza, quanto perché le condizioni fisiche di Shane Lawal e Kyrylo Fesenko stanno creando qualche preoccupazione allo staff medico avellinese. Il primo, per la verità, è fermo da quasi due anni e Avellino ha più che altro scommesso sulla possibilità di riportarlo sul parquet, il secondo invece ha avuto un’estate travagliata e si è fatto male di nuovo in questo inizio di stagione.

Per correre ai ripari la Sidigas ha firmato Ben Ortner, che ha giocato in Italia per la quasi totalità della sua carriera e che quindi può fornire un contributo ben preciso. In aggiunta a tutte queste situazioni, anche Andrea Zerini è in fase di recupero da un lieve infortunio: il lungo italiano è comunque sceso in campo contro Brindisi.

Dalla panchina il giocatore che sta sorprendendo maggiormente è Thomas Scrubb, che è stato fino ad ora capace di avere un ottimo impatto come sesto uomo con cifre di tutto rispetto (8.3 punti e 5 rimbalzi di media in 19.3 minuti di utilizzo). Così come si è già ritagliato un ruolo importante nelle rotazioni Ariel Filloy, campione d’Italia in carica: il suo minutaggio, a causa dell’infortunio di Fitipaldo, è destinato a crescere. Completano le rotazioni Lorenzo D’Ercole e Salvatore Parlato.

Avellino è una squadra di talento e di esperienza, capace di giocare un ottimo basket di squadra. L’inizio di stagione per i biancoverdi è stato solido, ma non trascendentale. Da quando Sacripanti siede sulla panchina della Sidigas, d’altronde, le cose migliori in Irpinia si sono sempre viste da gennaio in poi perché un sistema di gioco collaudato e affidabile richiede tempo per essere allestito. Fermo restando che la qualità dei giocatori scelti dalla dirigenza biancoverde permette ai lupi di essere competitivi fin da subito.

Filippo Antonelli