Un anno di crescita, una stagione di ostacoli, il giovane terzino sinistro classe ’97 Claudio Bonanni è pronto a superare la prova finale. Accantonato il sogno del salto diretto in Lega Pro, il Varese guarda ai playoff, ancora da conquistare sul campo.

Qual è il tuo bilancio personale?
«Sono tutto sommato contento perché arrivavo da due stagioni in cui non avevo giocato molto e aver fatto così tante presenze in una squadra così importante per me è motivo di grande orgoglio. Sento di essere cresciuto e di aver collezionato una grande esperienza. Purtroppo non posso dire di essere soddisfatto al ceno per cento perché siamo stati costruiti per vincere e abbiamo mancato l’obiettivo iniziale, ma voglio ancora fare molto perché adesso arriva la parte più importante della stagione».

Nato a Genova nel 1997, sei stato adottato da Varese da piccolissimo. Dal Bosto al Milan, cosa ci racconti della tua carriera?
«Con la mia famiglia mi sono trasferito qui quando avevo soli due anni. Mia mamma è calabrese, mio papà invece è di Roma e per questo in famiglia siamo tifosissimi della Magica. Anche mio fratello più grande gioca a calcio, in Prima Categoria. Io ho iniziato ad appena quattro anni con il Bosto. Poi il passaggio al Settore Giovanile del Milan in cui ho fatto tutta la trafila dai Giovanissimi sino alla Primavera. Un’esperienza bellissima, molto formativa sia a livello sportivo che umano. Ho fatto tanti sacrifici. Mi alzavo alle 7 del mattino per andare a scuola e tornavo a casa alle 8 e mezzo di sera facendo i compiti sul pullman mentre tornavo dagli allenamenti».

Il momento più bello?
«Sicuramente le convocazione in prima squadra al Milan durante gli allenamenti; sia con Allegri che con Inzaghi. Quest’ultimo aveva un grande occhio di riguardo verso noi giovani. In me vedeva qualcosa di particolare e mi chiamava spesso».

Dopo l’anno in Primavera, l’esperienza in Lega Pro al Pavia dove ha giocato lo scorso anno collezionando cinque presenza in campionato e due in Coppa…
«Un anno duro perché non giocare tanto è stato difficile, ma di grande crescita. Lontano da casa si imparano tante cose; poi era la mia prima stagione tra i grandi e c’è enorme differenza».

E il Varese?
«Quando giochi per la squadra della tua città dai sempre qualcosa in più per difendere i colori che sono tuoi davvero. Ho trovato un ambiente splendido e sinceramente non mi sembra neanche di essere tra i dilettanti. Ho trovato un gruppo di ragazzi che davanti a tutto mette sempre la squadra. Poi ci sono dei tifosi unici che ci sono sempre stati vicini. Averci contestato fa parte del calcio, ma domenica scorsa, dopo la sconfitta, ci hanno chiamato a raccolta e salutato con un lungo applauso. Meritano di più».

La prossima partita è contro la Bustese…
«Vogliamo vincere, fare bene e soprattutto regalare una bella prestazione. I playoff non sono matematicamente certi e quindi siamo concentrati. Non abbiamo di certo mollato, il bello arriva adesso e dobbiamo essere carichi al punto giusto. Vogliamo chiudere con due vittorie».

Elisa Cascioli