Il mondo del basket italiano ha imparato a conoscerlo soprattutto durante gli anni di Sassari, in cui è stato protagonista nella vittoria del campionato. A Varese, però, quello di Brian Sacchetti è un volto conosciuto praticamente dalla sua nascita: suo padre Meo ha giocato in biancorosso dal 1984 al 1992 e Brian è quindi cresciuto nel capoluogo prealpino. Ha vestito anche la maglia di Varese a livello giovanile, prima di iniziare la sua carriera a Castelletto Ticino. Durante la scorsa estate, Sacchetti ha firmato per Brescia.

Che effetto fa essere nella lista dei pre-convocati per le qualificazioni ai Mondiali?

«Sono ovviamente contentissimo, chi non lo sarebbe in un momento come questo? Vuol dire che sto lavorando bene perché altrimenti non avrei ricevuto questa chiamata. È ancora presto per capire se potrò fare parte della lista definitiva: sarà tosta entrare nel gruppo perché, come si può vedere dai nomi presenti, si tratta di un elenco notevole con tanti giocatori validi anche nel mio ruolo. Ma comunque sono orgoglioso».

Brescia ha confermato buona parte di un gruppo che aveva già ben figurato: come è proceduto il tuo inserimento?

«Avere la possibilità di lavorare in un gruppo con sei giocatori che erano già qui l’anno scorso ha sicuramente aiutato me e gli altri nuovi. Il gruppo era già coeso, per cui è stato facile entrare in un mondo nuovo. È stata la forza di questo inizio di campionato, c’è ancora ovviamente tanto lavoro da fare ma avere fin dall’inizio una base da cui ripartire è un valore aggiunto».

La Leonessa ha iniziato benissimo il suo campionato: quali sono le vostre ambizioni?

«Non dobbiamo guardare troppo in là, anche se sicuramente abbiamo incominciato con il piede giusto. Il campionato italiano non ti permette di rifiatare, non puoi prendere alla leggera nessuna partita: i risultati delle prime giornate dimostrano che ci possono essere parecchie sorprese. Non dobbiamo montarci la testa. Noi lavoriamo con serenità, con entusiasmo e con voglia di migliorare il risultato dell’anno scorso e l’ambiente in questo aiuta molto, perché abbiamo un pubblico fantastico».

Se ripensi al Brian Sacchetti di cinque o dieci anni fa, come è cambiato il tuo gioco?

«Penso che dal punto di vista fisico non ci sia nessuna differenza: non ero un grande atleta prima e non lo sono adesso. Ora però ho una mentalità e un’esperienza un po’ più solida. Sassari per me è stata una tappa fondamentale: sono stato fortunato ad arrivare nel posto giusto al momento giusto e vincere ha aiutato la mia crescita. Mi sento ancora abbastanza giovane, penso che un giocatore di basket abbia sempre molto da imparare fino alla fine della sua carriera. Sto benissimo al momento, sto aggiungendo ancora qualcosa al mio bagaglio. Questo può essere un anno decisivo per me».

Quale rapporto hai con Varese?

«È stata casa mia per tantissimi anni. Non lo nascondo: ho sempre tifato Varese da piccolino, prima quando mio papà giocava e poi quando sono entrato nelle giovanili. Andavo sempre al Palazzetto a vedere le partite, per cui per me giocare contro Varese è sempre un’emozione particolare poiché per molti anni sono stato abituato a seguire la squadra da vicino. Ci tengo molto a fare bene, non è una gara come tutte le altre. C’è un legame molto intimo perché a Varese ho fatto tutte le superiori e ho tanti amici».

Cosa ti aspetti dalla Openjobmetis dopo la grande vittoria nel derby?

«Oltre al derby non bisogna sottovalutare assolutamente neanche l’ottima prestazione del Forum: andare a fare una partita del genere, rischiando anche di vincere, è indice di una squadra che ha talento ed è coperta in tutti i ruoli. È una squadra ricostruita da zero, ma a mio avviso ha un grande potenziale di crescita perché ha diversi giocatori d’esperienza che possono mettere in difficoltà tutti. Sarà per noi una partita difficile da inquadrare: Varese ha diverse soluzioni in tutti i ruoli, quindi può variare spesso assetto».

Filippo Antonelli