Altro banco di prova duro ed importantissimo per la Openjobmetis Varese di coach Attilio Caja, che come di consueto si è presentato ai microfoni dinanzi alla stampa per analizzare l’impegno che i biancorossi affronteranno lunedì sera alle ore 20.45 (al PalaGeorge di Montichiari). Brescia si presenta all’appuntamento da prima in classifica, forte di tre vittorie in altrettanti incontri:

«Non è una sorpresa: ha mantenuto l’ossatura dell’anno scorso ed è quindi – ha spiegato Caja – mesi avanti con il lavoro. Si conoscono molto bene, hanno un sistema di gioco offensivo e difensivo molto ben chiaro. Di inserimenti importanti ci sono stati solo quelli di Hunt e Sacchetti: Brian è un ragazzo intelligente e di esperienza, si è inserito come se fosse sempre stato lì».

«Brescia – ha proseguito il coach – è un bell’esempio di società che ha saputo programmare: sono arrivati in finale in A2, poi hanno vinto il campionato, poi l’anno scorso si sono salvati sfiorando i Playoff e quest’anno sono migliorati ancora. Sono stati in grado di aumentare il loro livello anno dopo anno e quest’anno ambiscono giustamente alla post-season».

Il coach biancorosso è poi passato ad analizzare il roster degli avversari: «Conosco bene Luca Vitali perché quando ero a Cremona lui era senza contratto ad ottobre e ho puntato su di lui. Anche a Brescia si è confermato come uno dei migliori playmaker del campionato, fa giocare benissimo tutti i compagni e sfrutta bene la sua altezza per avere situazioni vicino a canestro. Stimo molto anche suo fratello Michele: lo avrei voluto qui se fossi rimasto tre stagioni fa, lo avevo chiesto a Coppa assieme a Tonut. Sono felice che abbia confermato le sue qualità di attaccante».

«Dobbiamo fare massima attenzione a Landry, un tiratore che può cambiare la partita in ogni momento. Per Moss invece basta il curriculum: è un grande difensore, in attacco fa la cosa giusta al momento giusto e ha vinto dovunque sia andato. Cito anche Sacchetti, che ha doppia dimensione e quando ci sono in campo lui e Landry come lunghi Brescia ha di fatto a disposizione cinque tiratori».

Insomma, Brescia è una squadra che può creare diversi grattacapi ai biancorossi: «Hanno tanti giocatori – ha affermato Caja – che ti possono punire ad ogni errore perché hanno grande esperienza. Noi dobbiamo cercare di mantenere il nostro ritmo in attacco, senza addormentarci e senza pensare troppo a quale tipo di difesa stanno mettendo in campo. Non dobbiamo mai esitare, serve aggressività su entrambe le metà campo per avere magari un buon numero di possessi in campo aperto».

Caja è poi tornato sul tema della forza delle avversarie in relazione a Varese: «Noi vogliamo essere il più competitivi possibile, giochiamo per limitare i punti di forza degli avversari e consolidare i nostri. Succederà spesso che dirò che una squadra è più forte di noi, ma questo nello sport vuol dire poco. Non partiamo mai battuti, siamo tutti competitivi. Tra il cercare di vincere e il riuscirci ci sono di mezzo tante cose, detto questo sono convinto che faremo in ogni caso una buona partita: se non riusciremo a ben figurare in attacco, però, difficilmente potremo vincere».

Tra le due formazioni c’è un precedente di precampionato (assenti Hunt e Moss per Brescia e Waller per Varese), in cui la Leonessa ha stravinto sulla Openjobmetis: «Quel -20 dev’essere un bello stimolo per noi, è stata forse l’unica partita amichevole in cui un’avversaria ci ha messo sotto. Se riusciamo a fare un risultato positivo o comunque a perdere con uno scarto inferiore vorrebbe dire che avremmo recuperato parte di quel gap».

In conclusione, a coach Caja è stato chiesto un commento sull’esclusione di Ferrero dalla lista preliminare dei convocati per le qualificazioni ai Mondiali: «Ci sono pochi giocatori che vanno bene a tutti gli allenatori italiani, come Gallinari e Belinelli. Per il resto ogni allenatore ha un suo modo di vedere la pallacanestro e sceglie in base a quello: io non cambierei Ferrero con Ricci, il c.t. sì, ma questo non vuol dire che uno sia meglio dell’altro. Posso dire solo ai miei italiani di continuare a lavorare per crescere, anche in questa ottica. Se lavorano come stanno facendo avremo benefici sia noi sia loro».

Filippo Antonelli