Da quasi due anni a questa parte Daniele Cavaliero è il capitano della Openjobmetis Varese. Un ruolo che porta con sé un indubbio prestigio, considerando il blasone della società biancorossa, ma anche la necessità di esporsi e di dare l’esempio. Cavaliero può vantare una lunghissima esperienza nel massimo campionato italiano: 493 partite giocate con nove maglie (tra cui quella di Pesaro) e 3227 punti segnati. Ha sfiorato lo Scudetto con Milano nel 2005 e ha vinto la Coppa Italia con Avellino nel 2008. Settimana scorsa ha segnato una tripla fondamentale per rimandare la sua ex squadra a -8 con meno di 3’ da giocare.

I giorni di pausa durante la Coppa Italia avevano fatto discutere. Quali benefici hanno portato?
«Dal punto di vista fisico ci hanno permesso di riposare un po’ dopo una parte di stagione con tanti impegni, viaggi, partite e sconfitte che buttano giù il morale. L’aspetto più importante, però, è forse quello mentale: in un momento così complicato il nostro allenatore ha fatto una scelta coraggiosa per darci un segnale. In sostanza è stato come se ci avesse detto che si fidava di noi e che vedeva che ci stavamo allenando nel modo giusto. Due settimane fa, da fuori, sembrava una decisione controversa, ma bisogna dargliene merito perché alla ripresa del campionato ha dato ottimi risultati».

Cavaliero OJM CASERTA131La pressione condiziona o ci si riesce a schermare?
«La pressione più grande è quella che ci si mette da soli: sapevamo che il momento era difficile e continuerà ad esserlo finché non raggiungeremo una posizione in grado di farci tirare un sospiro di sollievo. Capiamo che questa città vive per la squadra e per cui è comprensibile che possa esserci stata un po’ di rabbia e di paura. Tuttavia, la pressione maggiore era quella che sentivamo da noi stessi: nessuno vuole fare brutte figure e nessuno si trova a suo agio con l’ultimo posto in classifica».

Contro Pistoia e Avellino i tiri decisivi sono entrati: questione di convinzione?
«La convinzione di poter segnare c’è anche quando la palla non entra, però è innegabile che in queste ultime due partite abbiamo avuto un po’ di fiducia in più. Soprattutto ad Avellino: la partita con Pistoia in realtà non era stata straordinaria da un punto di vista offensivo, ma la vittoria ci aveva dato morale. La chiave per attaccare al meglio è rimanere compatti in difesa: con Avellino la nostra solidità in retroguardia ci ha permesso di costruire con maggiore tranquillità. Poi, per fortuna, i tiri finali sono entrati».

Si dice che la fortuna aiuti chi se la cerca…
«Avevo detto la stessa cosa due settimane fa. Abbiamo fatto tanti errori durante l’anno e avevamo la sensazione che stavamo sì cercando di fare il nostro meglio, ma che questo meglio non arrivava mai. La nostra situazione di classifica rispecchiava ciò che il campo diceva. Nelle ultime settimane, però, ci stavamo allenando al massimo delle nostre possibilità, con intensità e qualità, e questo alla fine sapevamo che avrebbe pagato. Speriamo di riuscire a continuare così».

OJM Varese - Pistoia 10 CavalieroQuali sono le chiavi della gara con Pesaro?
«Quello che abbiamo fatto in queste ultime due settimane è positivo, ma ora è il momento di resettare, rimanere umili e lavorare forte per arrivare pronti a una partita decisiva. Certo, dobbiamo anche ripartire dal morale e da quello che abbiamo prodotto nelle ultime due gare. Quindi la chiave principale è l’umiltà, ma con fiducia nei nostri mezzi».

Quali passi avanti dovete compiere per un buon finale di stagione?
«Ci manca un po’ di continuità: in poche occasioni siamo riusciti a produrre in attacco e in difesa per 40 minuti. Se l’attacco è normale che ogni tanto vada e venga, la difesa deve comunque rimanere compatta. Siamo riusciti a farlo a sprazzi con Pistoia e benissimo con Avellino, al di là dei fisiologici break che hanno prodotto grazie al loro talento. Dobbiamo mantenere questa compattezza difensiva con continuità».

Filippo Antonelli