Tra i tre confermati dalla passata stagionec’è stato Giancarlo Ferrero, che il primo ottobre ha iniziato ufficialmente il suo terzo anno con la maglia della Pallacanestro Varese. Il nativo di Bra ha saputo ritagliarsi uno spazio sempre più consistente in campo e ha scalato le classifiche di gradimento dei tifosi, diventando un simbolo di questa squadra per la sua grinta, la sua energia e la sua capacità di cambiare le partite in difesa. Non solo: con una bella lettera scritta ad inizio stagione, Ferrero ha anche palesato il suo amore per una città che lo ha saputo stregare.

Ha iniziato questa stagione da capitano. Come interpreta questo ruolo?
«Per me è un grande onore avere questa responsabilità, è la seconda volta che mi capita in carriera. Non è semplice: le parole hanno un peso, ma da sole non bastano. Quello che serve e che credo sia il fattore più importante è l’esempio quotidiano: da capitano devi garantire un’applicazione continua durante gli allenamenti e devi portare entusiasmo. Quello che cerco di fare è di essere sempre un esempio positivo per i miei compagni».

OJM LUGANO 15 ferreroL’obiettivo del coach è che tutti diventino dei leader dal punto di vista vocale e dell’atteggiamento. Come si sta comportando la squadra sotto questo aspetto?
«Direi piuttosto bene. Il percorso che abbiamo fatto fino a qui ha dimostrato che spirito di squadra e coesione non mancano. Si può vedere da quanto la panchina aiuta la squadra in campo, da come saltain piedi ad ogni cosa positiva,che sia un canestro, una palla recuperata o una buona difesa. In allenamento tutti stanno dimostrando la massima dedizione alla causa. Sono piccole cose che fanno ben sperare».

Qual è stato l’aspetto maggiormente positivo della prestazione sul campo di Milano?
«L’essere riusciti a rimanere incollati alla partita fino alla fine. Per la vittoria ci è mancato davvero poco, qualche dettaglio, potevamo anche fare un colpaccio che ci avrebbe dato ancora più energia. Dobbiamo ripartire dall’idea di aver lottato su ogni pallone e di essere riusciti a fare molte delle cose che avevamo preparato. Non è facile andare sul -12 contro una squadra come Milano e riuscire a rialzarsi».

Tutti i membri del roster hanno esperienze in Europa. Questo aiuta a far comprendere il valore del derby?
«Da questo punto di vista non ci sono problemi. Chi ha giocato in altri campionati europei ha già vissuto qualche rivalità e può arrivare a percepire quella tra Varese e Cantù. Abbiamo anche giocatori con esperienze in Italia, come Okoye e Hollis o come Pelle e Avramovic che erano già con noi l’anno scorso. Non è difficile che tutti comprendano l’atmosfera e capiscano cosa vuol dire per Varese giocare contro Cantù in casa».

OJM TORINO FERREROQuali sono le sue impressioni su Cantù per quanto si è visto fino ad ora?
«I problemi fuori dal campo di cui tanto si è parlato in questi mesi non ci interessano, noi come giocatori dobbiamo solo pensare a quello che gli avversari hanno mostrato sul parquet. Si è vista un’ottima squadra, con un buon roster e che si presenta a questo appuntamento reduce da una larga vittoria su Cremona. Sicuramente arriveranno qui a Masnago con grandi motivazioni, dovremo farci trovare pronti».

Due settimane fa ha scritto una lettera dedicata a Varese. Quali sono i suoi luoghi preferiti di questo territorio?
«Abitando vicino al lago, mi piace particolarmente quella zona e la sua pista ciclabile. Poi citerei il Sacro Monte: andare su ogni tanto a vedere Varese dall’alto è sempre una bella esperienza. Altri luoghi che mi piace frequentare sono le Scuderie di Mustonate e il centro: è piacevole avere un contatto diretto con la gente perché qui a Varese gli abitanti vivono per la pallacanestro e quindi condividono con noi le stesse sensazioni ed emozioni. Il contatto umano con i tifosi è uno dei maggiori pregi dello stare a Varese».

Filippo Antonelli