Castellazzo Bormida, qualcuno lo ricorda come “Gamondio” altri con il nome piemontese “El Castlass an Bormia”: così viene denominato il territorio pianeggiante tra l’Orba e la Bormida, in provincia di Alessandria. La cittadina sorge come corte regia e nel 1106 diviene un libero comune. Un patto con la Repubblica genovese trasforma Castellazzo in un importante centro commerciale grazie. Con il termine Gamondiosi usa indicare la città, mentre il centro abitato è“Castellacium”, per le varie rovine presenti. Nel ‘400 il borgo diviene feudo di Vitaliano Borromeo, rimane sotto dominazione milanese fino alla morte di Francesco II Sforza, diviene possedimento spagnolo per un secolo e mezzo.Nel 1707 l’intero territorio piemontese passa sotto la casa di Savoia.

È nel 1863 che ufficialmente il paese viene chiamato Castellazzo Bormida. Comincia a svilupparsi una importante attività artigianale legata alle filande. Per quanto riguarda l’agricoltura, il prodotto tipico è la barbabietola rossa. L’ortaggio si trova negli orti familiari o in grandi colture destinate al commercio. Con la “rapa rossa”, ricca di Sali minerali, cruda o cotta, si possono preparare diverse ricette. Da provare approfittando della trasferta del Varese che avviene in autunno, il periodo ideale per la barbabietola: zuppa fredda, risotto, crema, anche gnocchi e burger a base di barbabietola.

L’Unione Sportiva Dilettantistica Castellazzo arriva in serie D per la prima volta nel 2016. Stagione amara, culminata con una retrocessione e il riscatto immediato. Lo scorso anno in Eccellenza la squadra allenata da Merlo partì diesel, poi infilò una striscia di ben 23 risultati utili (con 8 vittorie consecutive) che valsero l’immediato ritorno fra i grandi del calcio dilettantistico. In attacco il tandem Rosset-Piana vale più di 100 gol. In questo campionato il Castellazzo sta facendo davvero fatica. Ultimo in classifica, ha trovato la prima vittoria in campionato nel turno infrasettimanale di Ognissanti: 4-1 al Derthona.

Fondata nel 1982, l’anno del terzo successo dell’Italia ai Mondiali, la società di Castellazzo Bormida è partita dalla Terza Categoria ma negli ultimi dieci anni prima della storica promozione in serie D ha militato con onore nel campionato di Eccellenza piemontese, dando spesso dispiaceri ad avversari più titolati. Prima di un brusco divorzio, patron e trascinatore della società biancoverde è stato l’imprenditore agricolo Lino Gaffeo,  che ha suscitato la passione del calcio in un paese che era noto solo per la celebrazione annuale della Madonna dei motociclisti. Oggi la società è presieduta dall’imprenditore commerciale Cosimo Curino.

Simona Romaniello