Le notizie relative alle scelte di mercato terranno banco per tutta l’estate varesina, ma alle spalle degli uomini mercato c’è inevitabilmente una società che si sta muovendo per garantire alla Pallacanestro Varese il miglior futuro possibile. Per la quarta stagione consecutiva Alberto Castelli è il presidente del Consorzio Varese nel Cuore e ha commentato i primi accadimenti di questa off-season.

A partire da un dato rilevante: per la prima volta dal 2011, il direttore generale e l’allenatore che hanno concluso la passata stagione sono gli stessi che lavoreranno per costruire la successiva. «Questo è un valore enorme – ha spiegato Castelli – per noi: è una garanzia per la buona riuscita perché si conoscono e hanno già lavorato insieme. Secondo me l’asse Coldebella-Caja, grazie anche alla scienza di Toto Bulgheroni, formuleranno il miglior assembramento possibile con le risorse a disposizione».

Se lo augurano i tifosi, che quest’anno hanno già fatto sentire il proprio sostegno con 865 abbonamenti fatti registrare nella prima fase appena conclusa. «Al di là di ogni più rosea aspettativa, onestamente: non era scontato che ci fossero quasi 1000 persone disposte a darci fiducia – ha dichiarato il presidente del Consorzio – al buio e con largo anticipo. Chi come noi cerca di lavorare dietro le quinte guadagna voglia e spinta da dimostrazioni come questa. Ti dà la misura di quanto la passione che hai dentro sia comune a tante persone anche all’esterno.».

La pallacanestro italiana, in questo inizio di estate, è già stata scossa dalle difficoltà – attuali o potenziali – di tre società divise tra A1 e A2: Brindisi, Caserta e Scafati. «I padroni singoli sono ormai sempre più rari – ha risposto Castelli – e sempre meno disposti a finanziare per cifre significative le squadra. Il Consorzio in questo rappresenta una garanzia per proseguire. Non è il toccasana di qualsiasi problema, ma si pone come alternativa valida alla formula classica».

E il Consorzio Varese nel Cuore, che ha fatto scuola nella pallacanestro italiana, continua con successo la sua opera: «L’obiettivo è arrivare a 60 aziende, oggi siamo in 56. Da quando si è inserito il nuovo CdA ne sono entrate 26 e uscite 10, per cui il bilancio è positivo ed è un fattore motivante. L’intercambiabilità e l’avvicendamento sono due caratteristiche inevitabili di questa formula».

«I casi recenti – conclude Castelli – dimostrano ancora una volta che la sussistenza delle squadre non è automatica: anche società blasonate sono andate incontro a difficoltà, pur magari riuscendo poi a ripartire e ricostruire dalle serie minori. Tutti gli anni si deve lottare: la formula del Consorzio presenta qualche difficoltà soprattutto nei processi decisionali, ma la sua presenza sta permettendo a Varese di esistere. Partiamo da qui e ci poniamo l’obiettivo di fare sempre di più».

Filippo Antonelli