Una chiacchierata informale durante un pranzo nel cuore di Varese, all’Art Hotel di Viale Aguggiari, con il presidente del Consorzio Varese nel Cuore Alberto Castelli. Una sorta di linea di demarcazione tra la vecchia stagione e la nuova che, strategicamente, è già iniziata. Fresco della presentazione di Gianfranco Ponti, Castelli parte proprio da questo: “Un ingresso importante, oserei dire fondamentale nell’ottica di quello che si vuole fare in futuro. Contati male, nell’ultimo biennio, i consorziati hanno sborsato circa 2milioni e 800mila euro per garantire la sopravvivenza della squadra. Onestamente penso di poter affermare che una cifra del genere non può essere sempre garantita, in quest’ottica si sta lavorando per allargare la compagine societaria coinvolgendo anche potenziali soci forti”.
Un’operazione che servirà a garantire il futuro a lunga scadenza? “Esatto, l’obiettivo è quello di arrivare ad avere un controllo di Pallacanestro Varese ripartito al 50% tra il consorzio e il restante 50% tra soci importanti. Oggi come oggi la vedo come unica strada percorribile per riuscire nel nostro obiettivo, che è quello di dare maggiore linfa e maggiore garanzia per il futuro del basket a Varese. Aggiungo anche che il prodotto ‘pallacanestro’ difficilmente è vendibile da solo, ha bisogno di una serie di amicizie e conoscenze che creano un vortice di coinvolgimento che fa appassionare l’investitore al nostro mondo. Più siamo a fare questo lavoro, meglio è. Ponti, sotto questo punto di vista, ne è l’esempio e può anche essere considerato l’apripista per far entrare nuovi soci in Pallacanestro”.
Un importante passo in avanti che fa capire come bisogna prescindere dal chiamarsi Varese. “Sono d’accordo, ci stiamo muovendo bene a 360° sotto diversi aspetti. Il mondo, in generale, sta cambiando e il nostro ambiente non è esente da modifiche. Chiamarsi Varese, aver fatto la storia della pallacanestro italiana per diversi anni, non basta più, bisogna fare i conti con l’oste, sapere quanto si può investire e quindi dove si può arrivare”.
Castelli ci tiene a ringraziare i tifosi che hanno sottoscritto l’abbonamento, una fiducia che va oltre la squadra. “Quasi 2000 abbonati (1843 ndr) senza una campagna acquisti da film di Hollywood, sono la testimonianza di quanto la gente tenga a Varese. Non c’è stato il colpo di mercato, non è arrivata la star eppure i nostri tifosi, come sempre, credono nella loro squadra e vogliono venire a vederla. Questo significa che la Pallacanestro ha una grande capacità di aggregazione sociale nella nostra provincia e noi ci sentiamo in dovere di fare in modo che questa passione possa essere portata avanti nel tempo”.
Una novità su tutte sarà visibile al PALA2A nella prossima stagione. “Il ‘cubotto’ a centro-palazzetto e non solo perchè sarà grande (sorride Castelli ndr). Un’operazione dispendiosa ma importante per il pubblico di Masnago e per i nostri sponsor che potranno avere un nuovo mezzo da sfruttare per dare visibilità alla loto azienda. Un’operazione che Pallacanestro Varese si autofinanzierà nel tempo a fronte di un contratto pubblicitario già sottoscritto (Tigros ndr)“.
La squadra? Concedici una battuta, ci salviamo? “Non lo so, o meglio, non lo voglio sapere. Da tifoso, quale sono quando vengo a vedere le partite, non ho dubbi. Per il resto lascio a chi ha il compito di fare la squadra oneri e onori. Onestamente conosco poco il valore degli avversari, con squadre ancora in allestimento, e anche dei nostri ragazzi. Una cosa è certa, sono pronto a sostenere e a gridare Forza Varese”.
Michele Marocco