Giornate intense quelle vissute nell’ultimo mese e mezzo da Sauro Catellani, il nuovo presidente del Varese ha messo in moto le sue conoscenze, maturate in tanti anni di esperienza nel mondo del pallone, per mettere insieme risorse utili alla causa biancorossa. Il 64enne mantovano, procuratore e agente Fifa, contagiato dall’entusiasmo di suo figlio Fulvio ha accettato la sfida.

“Mi sono tuffato in un’esperienza nuova dato che non ho mai ricoperto questo ruolo. Lo farò con grande impegno. Vogliamo cercare di riuscere a mantenere sia la categoria, che i ragazzi in rosa, magari inseriremo qualcuno, ma non stravolgeremo più di tanto. A fine anno vedremo come stanno le cose, mi auguro vada tutto bene. Ho fatto e continuerò a fare tutti gli sforzi possibili per portare i fondi che servono”.

Considerate le recenti esperienze, meglio evitare proclami: “Noi non promettiamo niente perché prima vogliamo capire se siamo in grado di fare le cose. Non c’è da dichiarare nulla, ma da programmare e lavorare seriamente. Poi dopo se vengono i risultati meglio ancora”.

Perché ha scelto Varese? “Ho avuto altre occasioni, ma le ho sempre rifiutate. Una volta per correttezza, non me la sono sentita di prendere il posto del mio rimpianto collega Giuliano Fioroni. Varese è una piazza importante. Me ne sono accorto domenica, era la prima volta che venivo allo stadio e spero che nessuno faccia i capricci ancora; io spero di poter mantenere quello che c’è già e di inserire un paio di tasselli per finire il campionato bene. Mi sono lasciato coinvolgere dall’entusiasmo di mio figlio, voglio mettermi in discussione nonostante la mia età. Mi definisco un plantigrado, ma stavolta ho voluto essere istintivo”.

Paolo Basile resta al suo posto? “Mi è spiaciuto vedere quegli striscioni, scherzando gli ho anche detto che il prossimo sarà per me, ma non mi spavento. Voglio portare entusiasmo e sistemare il pregresso, per questo è giusto che rimanga anche lui. Ha fatto degli errori, ma in buona fede, lo ha ammesso e questo gli fa onore. Per me ha ragionato col cuore e non con la testa. Non sempre spendere significa vincere. Nei dilettanti si possono fare campionati di vertice con costi più bassi”.

Le prossime mosse? “Sabato mattina sarò al campo per salutare la squadra e l’allenatore. Dopo Natale ci metteremo al lavoro”.

 Elisa Cascioli