Chi è, chi non è, ma soprattutto chi si crede di essere il Darfo Boario? In altre parole, fuori il veggente che ad inizio stagione avrebbe individuato nell’epilogo del girone d’andata in Valcamonica (domenica ore 14.30, stadio “Comunale” di Montecchio), una possibile camera con vista sulla Serie C. Ovviamente, nessuno. Imprevedibile sviluppo narrativo che è parte (forse gran parte) del fascino di una sfida che assegnerà il virtualissimo (e pressoché inutile) titolo di campione d’inverno. Pro Patria a più uno ma sulla scorta dell’esito dell’identico incrocio a stretto giro di feste dell’anno passato (1-0 firmato Panatti il 18 dicembre e striscia biancoblu interrotta a 8 vittorie), le dita restano scaramanticamente incrociate.

Una località nota per le proprietà terapeutiche delle sue acque termali e per aver regalato i natali al pittore Dyalma Stultus (chi?…ecco, appunto); un presidente invischiato in varie vicende giudiziarie; un superbomber da un gol ogni 667’; un allenatore che dopo lo scivolone di Grumello (prima sconfitta dopo 15 risultati utili), ha fatto spallucce dichiarando: “La Pro Patria è forse la squadra più attrezzata per vincere ma noi cercheremo di rompere le scatole un po’ a tutti”  Diciamo, non esattamente gli ingredienti che mettereste in una tradizionale ricetta promozione. Ma per contrappunto, il “miracolo neroverde” (rigorosamente tra virgolette), prende vita proprio dalle sue apparenti contraddizioni.

Andando per gradi e bypassando stabilimenti termali e affini, il club camuno è retto da Gezim Sallaku, imprenditore albanese balzato agli onori della cronaca giudiziaria causa un paio di arresti, un patteggiamento per reati tributari ed un’inchiesta (“Laguna 2”) che nello scorso febbraio s’è portata in dote l’accusa di “associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale e alla falsa compensazione”. Tempesta che avrebbe probabilmente messo in ginocchio chiunque. Non però la società di via Rigamonti che ha fatto quadrato intorno al vice presidente Walter Venturi, già bussola del sodalizio in analoghe turbolenze due stagioni fa e da ormai 38 anni punto di riferimento della squadra bresciana. Salve solo le apparenze? I risultati dicono che (al momento), anche la sostanza non è in discussione.     

Il superbomber di cui sopra è invece Cristian Spampatti. L’appellativo in realtà è solo un cliché perché l’attaccante di Alzano Lombardo in carriera in doppia cifra ci è andato soltanto una volta (con la Tritium 11 reti nel 2009/2010). Solo per i parziali è attualmente fermo a quota 2 e non segna dal 15 ottobre. O (se preferite), da 688 minuti giocati. Una vita, per un numero 9. Ma il Darfo è a tutti gli effetti una cooperativa del gol con 10 diversi marcatori a bersaglio (Vaglio e Zanardini i più prolifici a 5 reti). Solo il Rezzato (ma c’erano dubbi?) ha fatto meglio con 12 a tabellino. E per gli amanti delle sliding doors, nell’ottobre del 2015 Spampatti (da svincolato) si allenò per qualche giorno allo “Speroni” prima di finire poi in D al Monza. Quell’anno la Pro Patria inseguì una punta (di fatto), per tutta la stagione.

Quando tre anni fa l’ex bandiera dell’AlbinoLeffe Ivan Del Prato fu scelto come nuovo allenatore neroverde, in pochi avrebbero immaginato un impatto tecnico così tempestivo. Subito la promozione dall’Eccellenza, poi un brillante settimo posto, infine una (quasi) mezza stagione a stretto contatto con il vertice. Tutto al netto (o al lordo) delle fibrillazioni societarie cui si è fatto cenno in precedenza. E con una squadra al terzo posto dietro a Virtus Bergamo e Ciserano nella classifica “Giovani D valore” (graduatoria dove, per inciso, la formazione tigrotta è penultima). Della serie, un lavoro fatto bene. Nell’immediato e in prospettiva. Cioè (in soldoni), quanto commissionato dalla dirigenza.

Insomma, il Darfo e i suoi tre personaggi in cerca d’autore. O meglio, l’autore c’è. E c’è anche la storia. Manca solo il finale. La partita di domenica fornirà parecchi elementi per contribuire a scriverlo.

Giovanni Castiglioni