“Progetto pluriennale verso la Seri B”, avevano detto solo un paio di mesi fa, “Presenteremo domanda di ripescaggio”, avevano ufficializzato solo una decina di giorni fa, e invece siamo da capo a quindici. Nel momento più delicato dell’anno, ovvero quello a cavallo tra una stagione e l’altra durante il quale si capiscono le risorse, si definisce il budget, si pianificano gli obiettivi e a cascata si prendono decisioni in merito a direttore sportivo, allenatore e giocatori, il Varese ricomincia da capo, ovvero dal dover stabilire le basi societarie. Al termine di una stagione travagliatissima dal punto di vista dei vertici (dimissioni di Ciavarrella e cambio dell’organigramma), conclusa con la sconfitta in finale playoff dopo aver perso il campionato, Fabio Baraldi ha annunciato le sue clamorose dimissioni dal ruolo di presidente e, al suo fianco, il vice Aldo Taddeo ha provato a rassicurare in vista del futuro che attualmente sembra invece buio.
Entreranno nuovi imprenditori? “Stiamo vedendo, ci saranno novità in settimana” le sue risposte. Chi prenderà in mano le redini della società? “Anche questo è da vedere, non è detto che Baraldi non resti a far parte della società?”. Qual è il piano? “Faremo di tutto per tentare la strada della Lega Pro”. Ma è davvero necessaria? Non so può ripartire dalla Serie D? “Gli imprenditori ce la chiedono, ma è ovvio che il nostro primo pensiero è di fare una squadra vincente per la D, però tenteremo anche l’altra strada”.
Uno scossone del genere arrivato mentre la sconfitta finale non era ancora digerita era l’ultima cosa che ci voleva. Questa società troverà mai un suo equilibrio? Cosa non ha funzionato? Come andrà a finire? Chi vorrà rimanere in una situazione così incerta?
Elisa Cascioli