L’inizio di campionato è stato diesel per il giovane Simone Fratus che ci ha messo un po’ a carburare e ha saputo ricavarsi il posto da titolare con il passare delle giornate. Il bergamasco 1998 è arrivato a metà agosto in prestito dall’Albinoleffe, club dove è cresciuto, e si è fatto apprezzare molto nelle ultime prove. La sua crescita è stata premiata dal gol, arrivato sabato scorso a Bra e valso il momentaneo 1-1 nel 3-2 finale firmato Molinari.

10 varese-mantova fratusUna vittoria pazzesca, arrivata all’ultimo minuto…
«Non è stato per niente facile perché abbiamo affrontato una signora squadra, in un ottimo momento e che per di più gioca su un campo molto insidioso. Abbiamo creato molto e la definisco una vittoria di cuore e di carattere. È stato giusto così, non credo che gli avversari meritassero di più di noi».

A chi dedichi il tuo primo gol stagionale?
«In primis ai miei genitori che sono venuti a vedermi e poi anche ai miei compagni. A Magrin che spero torni presto in campo (è infortunato ndr) e al portiere Bizzi che mi aveva detto che avrei segnato».

Qual è stato il gol più bello nella tua carriera?
«L’ho segnato lo scorso anno in Serie D, allo Scanzorosciate nello scontro diretto salvezza contro il Cavenago Fanfulla che poi è retrocesso. Eravamo in vantaggio per 2-1 e stavamo soffrendo; in ripartenza mi sono fatto tutto il campo e poi sono stato servito al limite dell’area e ho trovato il secondo palo. Il 3-1 ha chiuso la partita, un gol bello e importante».

Ci racconti la tua carriera?
«Ho iniziato a 6 anni nella Scuola Calcio di una squadra vicino a Bergamo, dove sono nato, poi all’età di 10 anni sono passato al settore giovanile dell’Albinoleffe e ho fatto tutta la trafila sino alla Berretti. Nell’ultimo anno mi allenavo anche un po’ con la prima squadra e ha fatto anche una panchina in Coppa in Lega Pro. A metà della scorsa stagione sono passato in prestito allo Scanzorosciate. Un’esperienza che mi è servita molto per crescere; ho giocato con continuità».

Come è stato il passaggio nel mondo dei grandi?
«Mi sono adattato subito, il calcio è meno tecnico e più fisico rispetto a quello giovanile, soprattutto in Serie D».

Quest’estate l’arrivo a Varese…
«Mi ha cercato il direttore e sarei dovuto arrivare già a metà luglio, ma purtroppo ci sono state un po’ di difficoltà e così ho saltato la preparazione. Purtroppo sono arrivato che ero un po’ indietro a livello di forma fisica e questo ha un po’ pesato sulla mia condizione fisica. Ho sempre cercato di dare il massimo convinto delle mie doti e delle mie qualità. Sono felice di essere riuscito a conquistarmi il posto da titolare».

fratusChi è il tuo giocatore modello?
«Da quando sono piccolo mi è sempre piaciuto Kakà e un po’ mi ritrovo in lui perché mi piace correre, nel settore giovanile mi avevano anche paragonato a lui e ho anche il suo numero 22 tatuato sul pallone. Avrei voluto indossarlo, ma purtroppo è dei portieri così ho ripiegato sul 73 che è anche l’anno di nascita di mia mamma».

Quindi non hai sempre giocato come terzino?
«No, in verità per tutto il settore giovanile ho giocato esterno di centrocampo. Ho doti offensive, mi piace molto spingere. Poi dall’anno scorso mi hanno abbassato in difesa».

Il prossimo avversario è l’Olginatese…
«Come tutte le partite, è tosta. Abbiamo trovato un equilibrio e vogliamo continuare così».

Elisa Cascioli