MVP della gara di sabato scorso tra UYBA e Filottrano con 16 punti (2 muri), il 38% in attacco, l’80% di ricezione positiva e il 70% di perfetta: si tratta di Alessia Gennari, una delle giocatrici arrivate in estate e fortemente voluta da coach Marco Mencarelli, dal team manager Enzo Barbaro e dallo stesso presidente Giuseppe Pirola. “Sapevo dell’interessamento nei miei confronti della dirigenza biancorossa, abbiamo avuto un colloquio e ho firmato poco dopo senza alcun dubbio: a convincermi è stato il progetto serio e di prospettiva che mi è stato illustrato e la volontà di ripartire dalle giovani. Per la prima volta nella mia carriera, vista la mia esperienza, il mio compito è quello di aiutare le più piccole nella loro crescita e di accompagnarle nella maturazione sportiva e non solo. E’ un ruolo particolare e che mi sta piacendo molto“.

Come è stato l’impatto con Busto Arsizio e con un ambiente nuovo per te come quello dell’UYBA?
“Sto molto bene, la società è presente e fa in modo che ognuna di noi abbia tutto quello che serve per arrivare in palestra nelle migliori condizioni possibili dal punto di vista mentale e fisico. Apprezzo tanto questo aspetto che per un atleta è fondamentale. In più, viviamo in un unico complesso, seppure in appartamenti diversi, e ritrovarci insieme nel tempo libero a chiacchierare accade spessissimo. Questo contribuisce ancora di più a conoscersi e ad unirci come gruppo”.

Sabato contro Filottrano avete conquistato la prima vittoria stagionale e, alla tua prima al Palayamamay, hai ricevuto il premio come MVP dell’incontro. Meglio di così non si poteva.
“Ho giocato tante volte al Palayamamay ma sempre come avversaria; sabato, invece, il pubblico era dalla mia e dalla nostra parte ed è stata una grande emozione. I tifosi sono calorosi e in campo si percepisce il loro affetto nei nostri confronti. Quello che mi ha stupito positivamente della squadra è stata la familiarità con la quale abbiamo giocato; sembrava che giocassimo insieme da tanto tempo, quando in realtà non è così. Ci siamo divertite e sul taraflex non si è respirato nervosismo, quanto piuttosto tranquillità e serenità anche in caso di un errore. Siamo un bel gruppo e anche le ultime arrivate si stanno integrando bene”.

Dopo le prime due giornate, come ti sembra il campionato? 
“Mi ha stupito tantissimo Scandicci. Ha molti punti di forza, ha entusiasmo e qualità e, in più, va sottolineato che coach Parisi ha avuto quasi tutte le sue giocatrici a disposizione per il precampionato; questo è un aspetto che fa la differenza, come testimonia la partenza meno brillante, ad esempio, di Casalmaggiore che ha atlete arrivate da pochissimo. Il torneo si è alzato di livello rispetto alla scorsa stagione e credo che Novara, Conegliano e Scandicci abbiano qualcosa in più delle altre”.

E la UYBA Volley dove si colloca?
“Penso che siamo appena dopo le big. Quello che dobbiamo fare è affrontare una gara alla volta pensando a dare il meglio di noi senza guardare troppo alla classifica. Le buone prestazioni offerte nelle prime due partite ci hanno dato entusiasmo e maggiore consapevolezza dei nostri mezzi. Sono un ottimo punto di partenza.

Sabato sera, ancora in anticipo, andate a Modena. Che cosa ti aspetti?
“Modena è una squadra costruita per fare bene e che ha una giocatrice come Barun che per me è straordinaria. Ho avuto modo di averla come compagna a Bergamo ed è un’atleta completa, costante e molto forte. Nonostante Modena sia un avversario tosto, possiamo fare un ulteriore passo in avanti nel nostro processo di crescita”.

Dal punto di vista fisico, in carriera hai patito diversi infortuni gravi soprattutto al ginocchio sinistro. Come ti senti in questo momento?
“Ho subito tre interventi al ginocchio e con il tempo ho dovuto imparare a gestire il carico di lavoro. E’ difficile essere sempre al top della forma e le ricadute sono possibili e anche fisiologiche. Con l’aiuto dello staff e dei medici della UYBA, tengo sotto la lente d’ingrandimento la situazione del mio ginocchio e doso gli sforzi, soprattutto ora che siamo solo all’inizio di un’annata lunga”.

Alla nazionale ci pensi?
“In estate ho seguito l’Italia al World Grand Prix e poi anche agli Europei e sarò sempre una tifosa delle azzurre. Coach Mazzanti ha fatto le sue scelte, anche in ottica del prossimo quadriennio, e io non ne faccio parte, ma non ho nessun appunto da fargli. Con il ginocchio nelle mie condizioni tenere il ritmo della nazionale sarebbe molto difficile e in questo momento preferisco dedicarmi al mio club. Se le porte dovessero aprirsi in futuro, non direi di no”.

Nell’estate del 2016 coach Bonitta ha convocato te per le Olimpiadi di Rio, lasciando a casa Diouf. In che rapporti siete ora che è una tua compagna di squadra?
“Valentina ed io siamo due persone adulte e abbiamo risolto questa questione. Ho molta stima di lei e credo che entrambe avessimo voglia di giocare nello stesso club, visto che non ci era mai capitato prima d’ora. Abbiamo un obiettivo comune, di vincere, e quello che si è creato in passato è alle spalle, tanto più che non è stata colpa di nessuna delle due se Bonitta ha chiamato me e non lei. Per altro, non abbiamo nemmeno lo stesso ruolo, ma questo dualismo si è creato a posteriori e mi dispiace che i nostri nomi si siano sovrapposti. Entrambe ci siamo trovate in una situazione scomoda”.

Quando smetterai di giocare a pallavolo, come ti vedi ‘da grande’?”
“Mi manca un solo esame prima di laurearmi in Beni Culturali. Alle superiori ho frequentato il liceo classico e mi piace studiare, in particolare arte e letteratura. Non mi dispiacerebbe trovare un’occupazione legata al mondo dell’arte oppure insegnare, mi ci vedrei bene”.

Laura Paganini
(foto di Ilaria Baldoin)