Tolto freddo becco, gradoni inospitali e campo improponibile, Levico non sarebbe neanche così male. Ma siccome le tre noie in questione fanno parte dell’arredo locale, il giudizio non può che esserne zavorrato. E non saranno certo vin brulé ad esaurimento scorte e un trombettiere da commediaccia anni ’70 a risollevare le sorti della domenica in Trentino.
La Pro Patria torna dalla Valsugana con uno 0-0 che vale un punto e una generosa manciata di rimpianti. La prestazione complessiva c’è stata (opinione confortata dallo stesso Javorcic a fine gara). Peccato sia mancato però qualcos’altro. Perché quando chiudi per un tempo gli avversari nella loro metà campo, il gol (da qualche parte) deve pur saltar fuori. Un paio di errori sottoporta (raggelante quello di Le Noci), una prima frazione troppo compassata, un portiere avversario (Bastianello) in evidente fregola e (a condimento del resto), una mancanza di cazzimma non esattamente nuova nella stagione biancoblu. In soldoni, dove non arriva la tecnica, deve sopperire altro. Soprattutto in condizioni ambientali limitanti come quelle del “Comunale” di Viale Lido.

In fondo, il match di ieri è stato (salvo nel risultato), la fedele fotocopia di quello dell’anno passato. Allora Zaro aveva sbloccato l’equilibrio. E magari ieri proprio la sua assenza (e i suoi centimetri) è stata parte di quanto mancante all’arsenale tigrotto. In 3 delle ultime 6 giornate la Pro Patria non è andata a segno (cosa mai successa nelle prime 10). Semplice coincidenza? Onestamente, tutto lo fa pensare. Ma la circostanza merita comunque un supplemento di indagine. A cavallo tra ottobre e novembre, le assenze di Santana, Le Noci, Disabato e Bortoluz avevano costretto i superstiti ad una spesa extra di energie (nervose prima ancora che fisiche). Dose imprevista che ora (ad emergenza praticamente terminata), sembra pesare nella testa di qualche singolo. La cui qualità di esecuzione nelle zone calde del campo pare essersi annacquata. A questo livello, basta abbassare di una tacca il tenore dell’intensità per azzerare la differenza di valori. Non certo per cattiva volontà. Semplicemente, per colpa di una fase di leggero down. Passeggero o meno, lo diranno le prossime (cruciali) settimane.

Anche perché intanto il Darfo prosegue la sua corsa. Quinta vittoria consecutiva (con la Romanese in rimonta), settimo successo casalingo (in 8 gare), vetta solitaria a più 2 sui biancoblu e confronto diretto del 17 che fa già aumentare la salivazione. In mezzo c’è però il Ciliverghe allo “Speroni” per la Pro, la Grumellese fuori per i camuni. Mancherà per squalifica Pettarin. Chissà che (per ricicciare quanto scritto sopra), un’assenza così pesante non possa però essere di stimolo per gli altri. A volte, il calcio è davvero bizzarro.

Giovanni Castiglioni