Cos’è una sconfitta di fronte all’eternità? Nulla. Ecco, magari di fronte a 98 anni di onorato servizio il discorso è un po’ diverso. Ma lo 0-1 guastafeste di ieri non ha scoraggiato chi aveva comunque buoni motivi per celebrare la ricorrenza. Il Pro Patria Museum – L’Antro della Tigre è stato affiliato alla Federazione Musei Storici del Calcio Italiano, un’élite ristrettissima che accomuna le analoghe realtà di Juventus, Torino, Genoa, Fiorentina, Pisa, Padova oltre al Museo del Calcio di Coverciano.
Un successo personale e di squadra il cui segreto va ricercato nella passione dell’ideatore Andrea Fazzari dell’Associazione “100 Anni di Pro” e nella sponda dei club del tifo organizzato che hanno contribuito alla raccolta del materiale storico. Ma anche, giova ricordarlo, nel supporto dell’amministrazione comunale cui si deve la concessione dei locali nella pancia dello “Speroni” attraverso la tessitura diplomatica dell’ex assessore e ora socio di minoranza biancoblu Alberto Armiraglio.

Fondata anni fa su precisa disposizione della FIGC, la Federazione dei Musei del Calcio è nata come connessione tra i musei affiliati in grado di favorire la valorizzazione della cultura e i valori del calcio attraverso la storia, i cimeli e la documentazione esposti nelle varie sedi. Cultura a tutto tondo, quindi. Non semplice sport. Sempre che tra le due realtà esistano sostanziali differenze.

In occasione della vernice e del taglio della torta di ieri, la presenza del sindaco Emanuele Antonelli ha suscitato la curiosità degli astanti sulle possibili sinergie tra la Pro Patria e Palazzo Gilardoni. La replica è stata piuttosto chiara. In brutale sintesi, non c’è trippa per tigri. Campi di allenamento e maggiore assiduità allo stadio, OK! Per tutto il resto, i mezzi non ci sono o sono pochi. Beata schiettezza. Almeno quella non fa difetto.

Giovanni Castiglioni