Premessa. Della Coppa Italia interessa il giusto. Quindi, nessun dramma. Non è proprio il caso. Svolgimento. Siccome però le cose è sempre meglio dirsele prima piuttosto che scoprirle poi, all’improvvida uscita di scena contro il Como, è consigliabile non riservare sconti. Neppure quelli di stagione. Le domande sono tanto banali quanto inevitabili. Può un torrido pomeriggio a Carate Brianza cancellare tutto il precampionato? E poi, può una squadra messa insieme nelle ultime settimane e ancora largamente incompleta (il Como), tenere testa ad una formazione al lavoro da 40 giorni e con qualità oggettivamente superiore (la Pro Patria)? La risposta al primo interrogativo è no, al secondo è (ovviamente) sì. Il punto sta nel conciliare i due opposti. Sintesi complicata. Proviamo a trovarla.

Il principale limite della stagione scorsa (diagnosticato dallo stesso Javorcic) risiedeva nel creare parecchio gioco e (complice l’assenza di un bomber di livello), nel mettere in porta pochi palloni. Del genere, tanta spesa e poca resa. Ora, se dopo aver portato a Busto Gucci e Le Noci, alla prima uscita ufficiale (dopo 6 amichevoli di tutt’altro tenore), il nodo (all’ingrosso) è sempre quello, vien da chiedersi dove stia l’errore. Se all’equazione sommiamo anche la flemma con cui si è giocato ieri, l’eliminazione dagli undici metri viene praticamente da sé. Temi tecnici che s’intrecciano a quelli agonistici perché (sia chiaro), i rigori in quel modo barbaro non li ha certo calciati lo spalatino.

Paradossalmente, il reparto più sotto osservazione (la difesa) ha retto ancora una volta nonostante due “veterani” ’94 (Zaro e Molnar), un under ’98 (Scuderi), più il ’99 (Guadagnin) tra i pali. Forse (quantomeno al momento), le priorità vanno cercate altrove. Tempo e materiale per tornare subito in bolla non mancano. L’importante è non sottovalutare i motivi che hanno condannato all’addio in Coppa. Insomma, visto che si è perso (seppure ai rigori) che almeno serva da lezione.

Intanto domani (ore 19, stadio “Speroni”) la squadra viene ufficialmente presentata ai tifosi. Un’occasione per dimostrare quanto i supporters biancoblu (e la città stessa) sono vicini a questa squadra. Dopo le dichiarazioni di intenti è tempo che anche la piazza produca numeri e fatti. In campionato servirà l’apporto di tutte le componenti. Nessuna esclusa.

A questo proposito, una provocazione. Siamo davvero sicuri che fosse meglio essere inseriti nel Girone A contro club come il Como che (campo a parte) possono contare sul pubblico visto ieri a Carate? Ognuno si dia la sua risposta.

Giovanni Castiglioni