Era già tornato al “Franco Ossola” a vedere la sua ex squadra nella semifinale playoff con la Caronnese a giugno scorso, si è rivisto in tribuna domenica scorsa in occasione di Varese-Seregno, Giuliano Melosi, esonerato dalla Grumellese con la quale lo scorso anno ha ottenuto una salvezza che pareva impossibile, ha assistito “ad una brutta partita, con pochi tiri in porta e poche emozioni, ma la cosa che mi ha colpito di più negativamente è stata la tristezza generale ci racconta al termine della scialba sfida finita con un desolante 0-0. “Vedere praticamente distrutto tutto l’entusiasmo che avevamo creato noi due anni fa è stato un colpo al cuore. In uno stadio mezzo vuoto ho visto la desolazione della gente e questa piazza si merita ben altro” il suo commento.

Quando le cose non vanno, è inevitabile guardare indietro e rimpiangere un po’ il passato. Tra i tanti errori imputati al Varese, c’è anche quello di aver smembrato il gruppo dell’Eccellenza (Melosi compreso confermato e poi sostituito il 30 giugno con Ernestino Ramella) da molti considerato di categoria superiore e dunque forse capace di poter affrontare la Serie D? Su questo rimarrà sempre l’incognita, ma non per Melosi. “Purtroppo a dirlo sono stati i fatti, che sono tutti dalla nostra parte – dice -. Vincemmo con 25 punti di vantaggio sulla seconda e credo sarebbe bastato inserire qualcosa; sono state fatte altre scelte, va bene così, ma mi spiace perché sono cresciuto a Varese come giocatore, ce l’ho nel cuore perché mi ha dato la possibilità di arrivare nei professionisti”.

Ad oggi il suo esonero rappresenta solo l’inizio di una lunga serie di scelte non proprio azzeccate sia sul fronte squadra (forse ne sono una conseguenza) sia dal punto di vista dirigenziale: “Dopo di me ne hanno cambiati altri in panchina, quindi penso che di errori ne siano stati fatti ma, quando le cose non vanno bene in alto, succede sempre tutto a cascata. Penso che l’errore più grave sia stato quello di non essere riusciti a creare una società unita e forte, ma si siano fatte prevalere le guerre interne e pensare che ciò non influisca sui risultati è da pazzi”.

Questo il suo pensiero sul campionato: “La Caronnese vuole vincere il campionato e lotterà fino alla fine senza mollare, occhio però a Pro Sesto e Como; il cammino del Gozzano penso dipenda dagli obiettivi e dal mercato”. E nel Girone B? “La Pro Patria è una squadra forte, con una storia alle spalle, insomma è la prima candidata; il Darfo sta facendo un campionato spiritoso. Il Rezzato ha speso tanto, ma i risultati non gli danno ragione”.

E il Varese? “Nelle situazioni ti ci devi trovare, non è facile parlare da fuori. Sicuramente dovrà stare attento a non essere risucchiato perché ci metti un attimo. Devi essere bravo a fare gruppo, ma penso che la sfida più grande la debba vincere fuori dal campo. Se ti salvi e poi non hai più la società è forse meglio il contrario; nel calcio si può anche retrocedere, ciò che conta è avere stabilità”.

Com’è dura la vita lontano dal campo? “Non stare in panchina è tutta un’altra cosa. Seguo gli allenamenti dei miei colleghi e poi la domenica mi guardo le partite. Domenica prossima sono indeciso tra Caronnese-Inveruno e Lecco-Rezzato”.

Elisa Cascioli