Dal campo alla panchina, per Massimo Bulleri, il passo è stato molto breve. L’ex playmaker della nazionale ha giocato la sua ultima partita il 7 maggio (8 punti e 2 assist nella trasferta di Torino) e già dal 26 dello stesso meso è entrato a far parte dello staff di coach Caja alla Pallacanestro Varese. Il suo ruolo sarà quello di quarto alle spalle di Caja, Jemoli e Diamante.

Un passaggio forse inevitabile, considerando l’infinita esperienza che il Bullo ha maturato in vent’anni di Serie A. È proprio questo il valore aggiunto che porterà Bulleri alla Pallacanestro Varese nella nuova fase della sua carriera: lo ha sottolineato sulle nostre pagine anche un illustre ex compagno di nazionale del calibro di Giacomo Galanda.

Manca ancora un mese al raduno della sua prima stagione da assistente allenatore, ma in realtà il Bullo è già impegnato con anima e corpo nella sua nuova avventura: è stato a disposizione di coach Caja per tutto il mese di giugno e si trova ora a Bormio per seguire il Corso Allenatore Nazionale, che si concluderà proprio oggi.

Come sta procedendo l’esperienza di Bormio?
“La ritengo un’esperienza estremamente interessante: mi sta arricchendo parecchio e mi sta aprendo gli occhi su molti aspetti – che magari prima non avevo interamente considerato – di questa nuova professione. Fino ad ora l’esperienza è stata molto positiva, ma naturalmente voglio che finisca nel migliore dei modi: lo scopo delle due settimane trascorse qui è anche quello di ottenere la tessera di allenatore”.

Quando ha firmato con Varese la scorsa estate, pensava già ad uno sviluppo di questo tipo?
“Sinceramente no, non pensavo ancora alla carriera di allenatore. Certo, c’erano stati pensieri e riflessioni su quello che avrei fatto dopo il ritiro, è naturale, ma non arrivavo qui con questa prospettiva perché una cosa sono le riflessioni, un’altra le opportunità. Poi nel corso della stagione questa possibilità si è effettivamente concretizzata e l’ho subito ritenuta clamorosamente bella e importante”.

Quali saranno i suoi compiti nella prossima stagione?
“Nessuno mi ha fatto una scaletta delle mie responsabilità semplicemente perché da parte mia c’è la totale disponibilità a fare qualunque cosa: devo rispondere alle persone che gerarchicamente sono sopra di me e assecondare le loro richieste. Sono disponibile a predisporre gli allenamenti, a fare l’arbitro nelle partitelle e a fare qualsiasi cosa coach Caja ritenga utile”.

Nove degli ultimi undici Scudetti e quattro degli ultimi cinque playoff di Legadue sono stati vinti da allenatori toscani. Un caso o la scuola toscana ha una marcia in più? [Bulleri è della provincia di Livorno, ndr]
“Onestamente non ci avevo fatto caso a questa statistica, ma mentirei se dicessi di avere una opinione formata a riguardo. Penso che sia semplicemente frutto di casualità e che, su questi numeri, influisca molto il periodo dell’epopea di Siena con un allenatore senese sulla panchina. Non ne farei una questione di gerarchie dicendo che la scuola toscana in ambito nazionale ha qualcosa in più, semplicemente parliamo di allenatori – da Banchi a De Raffaele, passando per Diana e Ramagli – che si sono rivelati la persona giusta nel posto giusto al momento giusto”.

Filippo Antonelli