Arrivato con un tante speranze, andato via con un po’ di amaro in bocca. La storia d’amore tra Giampaolo Calzi e il Varese non ha avuto un buon fine, il “vissero felici e contenti” non c’è stato. A gennaio il centrocampista, dopo un confronto con la società che durava da dicembre, ha deciso di approdare altrove scegliendo di andare oltre confine, precisamente in Svizzera. Da allora veste la maglia del Bellinzona, club di Prima Lega Interregionale, quarta serie svizzera, che culla sogni promozione. Attualmente è terza in classifica, ma il campionato si deciderà ai playoff in programma a giugno.

“Sono contentissimo di come sta andando – ci racconta il classe ’85 -. Cambiare aria mi ci voleva; purtroppo a Varese ha avuto tanti infortuni e non riuscivo ad uscire da quella situazione, probabilmente anche per una questione psicologica; adesso sono sereno. Vogliamo vincere il campionato e non è facile perché le squadre della Svizzera francese e tedesca pedalano forte”.

Mercoledì scorso Calzi si è rivisto al “Franco Ossola”, ma da spettatore. Ha assistito alla sfida tra Varese e Pro Settimo: “Una partita difficile da giudicare perché non faceva testo in quanto la Pro Settimo si è esclusivamente difesa. Chi aveva da recriminare era il Varese. I piemontesi, domenica, hanno comunque pareggiato anche a Caronno e questo significa che chi è in basso non è di certo morto. Lo ha dimostrato anche il Legnano che è quasi spacciato, chi non ha nulla da perdere tira fuori sempre qualcosa in più. Bisogna sempre stare attenti a chi fa la partita della vita”.

Nell’ultimo periodo sono venuti a galla i problemi del centrocampo biancorosso che non ha fatto da collante tra i due reparti e non ha saputo costruire gioco: “Quel tipo di giocatore, che dava ordine e impostazione, dovevo essere io – dice il play – e ci tenevo tantissimo a fare bene. Purtroppo ho giocato solo 8 partite e solo due volte ero in forma. Non ho mai avuto continuità e mi dispiace, si vede che non era nel mio destino. Durante il mercato invernale ho parlato con Paolo (Basile ndr) che mi ha chiesto se volevo restare. C’è stata un po’ di tarantella e alla fine ho preso io la decisione. Lo ringrazio e ringrazio il Varese”.

Capitolo campionato, il capitolo promozione è chiuso per il Varese?: “Non è assolutamente finito. Quattro punti dalla prima a cinque giornate dalla fine non sono pochi, ma non sono nemmeno tanti. Se il Varese vince domenica di sicuro qualcosa riesce a mangiare a livello di punti anche perché il Cuneo non ha un calendario agevole. La squadra che ho visto più in forma è comunque l’Inveruno che davanti ha dei giocatori di lusso per la categoria. A livello di singoli – prosegue l’ex Pro Patria – il Varese ha la rosa più forte, poi è ovvio che ci sono altri fattori che ti fanno vincere o perdere le partite”.

A questo punto conta anche il morale... “In queste situazioni – spiega Calzi – devi essere bravo a girare pagina, a riprendere il martedì e ripartire da zero. La rosa del Varese non ce l’ha nessuno. Adesso ha ritrovato anche Piraccini e sono contento per lui. Con Giovio, Becchio e Ferri ci sentiamo spesso, siamo rimasti amici ed è una cosa che mi rende enormemente felice”.

Elisa Cascioli