La maglia di Varese per lui è una seconda pelle e sono quasi quattro lustri che la indossa. Chi è? È l’attuale capitano dei Bandits Varese: Tommaso Teruggia. Giocatore di grande esperienza (classe 1983), Tommaso ha giocato anche nella Varese di Tony Martino, quella che è arrivata fino ai quarti di finale dei playoff scudetto nella stagione 2004/2005. In seguito, il lavoro non gli ha permesso di fare il salto in una grande squadra (Torino lo voleva) ed è rimasto legato a Varese, prima ai Mastini e poi ai Varese Killer Bees. “Essere capitano della nuova realtà dei Bandits Varese è un grande onore per me. L’impatto è stato forte e quando sono entrato sul ghiaccio dell’Agorà a Milano davanti a oltre 1500 tifosi mi sono emozionato tantissimo”.

Che cosa vuol dire essere capitano per te?
“Sono fiero del ruolo che i miei compagni mi hanno affidato. Essere capitano significa dare l’esempio, essere l’ultimo a mollare e creare amalgama e sintonia nel gruppo. Finora sta filando tutto liscio e siamo una squadra unita e bellissima, sono contento”.

Arrivi dai Killer Bees con cui l’anno scorso, ad esempio, hai vinto la Coppa Ticino. Quali differenze ci sono tra l’IHL e la Terza Lega Svizzera?
“In Svizzera praticamente tutte le squadre hanno in rosa atleti amatoriali che giocano per passione e per divertimento. C’è agonismo, ma non certo come in IHL dove c’è un altissimo livello atletico, si pattina molto di più e ad un ritmo decisamente più elevato. Durante i primi allenamenti, confesso che è stata dura stare dietro ai miei compagni che l’anno scorso erano già abituati alla Serie B”.

Conoscevi tutti i tuoi attuali compagni?
“Prima dell’inizio della stagione abbiamo fatto un ritiro tutti insieme e naturalmente abbiamo disputato tanti allenamenti al completo. Conoscevo quasi tutti: con alcuni ho giocato qualche anno fa, con altri recentemente, ma un po’ tutti siamo nel giro dell’hockey da parecchie stagioni e incrociarsi è facile”.

Sabato sera avete espugnato Caldaro grazie ad una prestazione gagliarda. Come hai vissuto la sfida?
“Sono davvero felice del risultato. A Caldaro è stata una guerra, la loro pressione è stata continua e forte fino all’ultimo secondo e hanno fatto di tutto almeno per pareggiare. Abbiamo tenuto e il nostro portiere è stato bravissimo e ha sbarrato la strada a tutti i loro tentativi di andare in rete. Credo che Caldaro sia la squadra più forte che abbiamo incontrato finora e averli sconfitti in casa loro è una botta d’autostima non indifferente”.

Qual è il vostro segreto?
“Penso che al momento il nostro valore aggiunto, oltre al carattere di questo gruppo, sia coach Cacciatore. È un allenatore capace, vincente, che per molti anni ha respirato l’hockey professionistico in Finlandia e che sa tirare fuori il meglio da ogni giocatore. Ama quello che fa e trasmette la sua passione alla squadra che sul ghiaccio dà tutto. Con lui ho vinto la Quarta Lega Svizzera, la Terza Lega Svizzera e la Coppa Ticino, conosco i suoi metodi di lavoro e senza dubbi dico che è la persona giusta per guidare i Bandits”.

Dove possono arrivare i Bandits?
“Abbiamo un margine di crescita ampio e i risultati di questa prima parte di stagione ci stanno dando ragione. Sono scaramantico, ma non mi tiro indietro: possiamo raggiungere i playoff”.

Laura Paganini