Dopo aver dato voce a Filippo Rovera, è ora anche il turno di Giulio Castelletta nel salutare la Robur, ma sarebbe meglio dire il basket. Giusto dare voce all’Aviatore che in questa intervista ci parla di passato e futuro.
Giulio, innanzitutto diamo uno sguardo alla vostra stagione appena conclusa: alti e bassi, ma alla fine è arrivata la salvezza.
“Devo ammettere che ci sono stati dei momenti difficili, poi il buon filotto di vittorie tra gennaio e febbraio ci ha spinto in classifica prima della frenata finale e all’ultima di campionato ci è andata bene che i risultati ci hanno premiato. Penso che comunque ci siamo meritati questa salvezza: abbiamo avuto quache infortunio che ci ha rallentato durante l’anno, ma il risultato è equo”.
Come valuti la tua di stagione?
“Non penso sia stata la mia miglior stagione. Ho cercato anche di dare una mano in allenamento a Pagani dandogli consigli, insegnandogli quello che so e facendo un po’ la chioccia pur essendo giovane”.
Ci sono parecchie voci sul tuo futuro: vuoi dirci qualcosa in merito?
“Sono abbastanza deciso nel risponderti che questo è stato il mio ultimo anno di basket giocato. Ho intenzione di smettere per dedicarmi alla mia passione e, in fondo, è anche il motivo per cui sono tornato alla Robur. Ora che ho finito tutti gli esami, posso trasformare la mia passione per il volo in un lavoro come pilota di linea. Ho già qualche contatto e posso dire che nel mio futuro vedo questo lavoro”.
Un addio prematuro, ma pienamente giustificato (Castelletta è del ’92, ndr): quali sono i tuoi ricordi legati alla pallacanestro?
“Sicuramente le esperienze da professionista fatte lontano da casa mi hanno formato sia come persona che come giocatore. Vivere fuori è una esperienza molto formativa. Ricordo come anno più difficile quello di Ferrara (stagione 2012/13, ndr): eravamo in una piazza che sente la pallacanestro e ci siamo salvati solamente ai playout mantenendo la categoria che, allora, era la A2 Silver. Come anno migliore scelgo il primo con Franco Passera che è coinciso anche con l’ultimo anno di un amico come Martino Rovera”.
Tanti addii quest’anno…
“Ti interrompo perchè penso questo sia stato l’ultimo anno di un gruppo o anche di una generazione di giocatori che prima di essere squadra, siamo stati amici, veri amici. Forse questa è una pagina che si gira”.
Visto il tuo imboccare la strada lavorativa, cosa vuoi dire ai giovani che oggi sono in un settore giovanile e guardano al futuro?
“Consiglio loro di impegnarsi, di mettere tanto sacrificio e che il lavoro, alla fine, paga sempre. Quando si è giovani è difficile avere idee chiare, ma gli studi vanno portati avanti. Nel nostro mondo o si ha tanto talento oppure ci si ritrova a 30 anni a chiedersi cosa fare della propria vita. Ho avuto la fortuna di fare di una passione un lavoro: anche loro devono trovarla e seguirla. Il mio di pilota di aerei è un sogno che sto per realizzare”.
Parole chiare e decise, espressione di un uomo professionale e che ci mette l’anima. Sempre. Come quando, ormai usiamo il passato, l’Aviatore era in campo e coi suoi aiuti difensivi dava una grossa mano alla difesa gialloblu. In bocca al lupo per la tua nuova avventura!
Matteo Gallo