ORRO 6: meno precisa di altre serate, anche perché a volte deve correre. Asseconda gli alti e i bassi delle sue schiacciatici e mantiene lucidità anche nel tie-break.
DIOUF 6,5: la sua partita vive di momenti. Si vede a sprazzi nei primi due set, ma fa il suo exploit nel finale di terzo set quando piazza due muri di fila su Hill e un diagonale per il 24-20. E’ bravissima nella rimonta del quarto set con quattro punti di fila compresi due muri. Va a corrente alterna ma c’è e chiude con 19 punti (5 a muro) e il 31% in attacco.
STUFI 6,5: non è una gara semplice per le centrali. Con l’andare del tempo cresce il suo apporto in attacco, ma quello che piace è che tocca tanto a muro.
BERTI 6: come Stufi, tocca molto a muro, ma non riesce ad incidere come in altre serate. Lascia spazio a Botezat all’inizio del quarto set, ma poi si riprende il suo posto e nel tie-break stampa il suo secondo muro dell’incontro.
BARTSCH 7: la murata di Wolosz per il 24-24 del primo set, poi vinto da Conegliano in rimonta, è pesante, ma è sempre la migliore in tutti i set, anche nel brutto secondo parziale per tutta la squadra dove l’unica a provare a reagire è lei. Non ha paura di sbagliare e i suoi numeri sono: 23 punti con il 38% in attacco e il 69% di ricezione positiva.
GENNARI 6,5: si vede di più in seconda linea che in attacco (26%), ma quando Orro la chiama in causa prova colpi sempre intelligenti. E’ il suo muro del 26-24 nel quarto set che manda le squadre al tie-break.
SPIRITO 6,5: l’ace subito per il 24-25 del primo set non la scoraggia. Avrebbe potuto affossarla, ma Ilaria non è una che si abbatte e chiude la sua gara con l’80% di ricezione positiva e il 55% di perfetta. Prova tanti recuperi difensivi e la maggior parte le riescono.
BOTEZAT 6: entra nel secondo, poi nel terzo ed è confermata nel quarto set. Mencarelli la getta nella mischia e lei ci prova.
CHAUSHEVA 6: entra sull’1-9 del quarto set e si vede che ha voglia di giocare. Picchia forte quando Orro la serve, ma non punge in battuta come in altre occasioni. Torna in panchina per lasciare spazio a Bartsch. 

 

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Laura Paganini
(foto di Salvatore Medau)