Dio perdona… Riccardo Colombo no! Cioè, toglietegli tutto, ma non il diritto di scegliere quando e come stringere i denti. Rivendicazione legittima (“Attaccatemi come giocatore. Non come uomo”), che chiarisce a posteriori quanto occorso in infermeria nelle ultime settimane. Respingendo ai mittenti le accuse di infortuni ad orologeria. Soddisfatti? Per forza. O per amore. Ma al di là dello sfogo (comprensibile, anzi, doveroso), nelle parole del fagnanese post 2-0 sul Fanfulla c’è stato ben altro: “Abbiamo avuto un confronto e ci siamo detti che dovevamo remare tutti dalla stessa parte”. Bingo! Allora le insinuazioni di uno spogliatoio pervaso da interessi diversi da quelli di squadra non erano poi così campate per aria. Del resto, lo stesso Bonazzi il 26 febbraio aveva parlato di “primedonne” e di “troppe chiacchiere”. Quindi, non c’era certo bisogno di mandare la fantasia al potere per fare quel genere di ricostruzione.
Ma l’interrogativo è un altro. Al netto di interventi dall’alto, era davvero necessario perdere 3 partite su 5, gettare alle ortiche il secondo posto, giocarsi gran parte del credito accumulato con i tifosi e “costringere” Turotti al bis di Pontisola prima di guardarsi a quattr’occhi e trovare un punto di incontro? Domanda retorica, sia chiaro. Non si pretendono risposte. Tutto risolto? Per nulla, la convalescenza è ancora in atto. Ma non serve un ingegnere nucleare per capire che da qui alla fine vedremo qualche licenza poetica in meno da parte della panchina e più coinvolgimento emotivo da parte dei giocatori. Spirito di (auto)conservazione, tregua armata o patto per i playoff? De gustibus. Ma il senso è comunque quello.

Sullo sfondo rimangono intanto le grandi manovre societarie. Ieri in tribuna si è rivisto il patron della Unet YamamaY (e sponsor tigrotto) Giuseppe Pirola. Suggestioni? No, la pista è un’altra e porta dritto ad una trattativa ancora in nuce ma con intriganti possibilità di successo. Che poi il primo passo concreto abbia avuto luogo il primo aprile è solo una curiosa coincidenza. Patrizia Testa avrebbe insomma trovato i potenziali partner invocati da tempo? La cautela è d’obbligo. Ma la ciccia c’è. Di chi si tratta? Non occorre andare molto lontano. Categorie inferiori e altri gironi della Serie D? Fuochino. Nel frattempo, la squadra faccia il suo sul campo. Ci sono due mesi per salvare la stagione. E forse, non soltanto quella.

Giovanni Castiglioni