Duecento presenze tra i professionisti (una trentina in serie B e le altra tra C1 e C2) e ora un centinaio in Serie D dopo che ha deciso di pensare… alla famiglia. “Giocavo ad Ascoli – attacca Moro che ci è venuto a trovare in redazione – e con dei compagni di squadra andavamo spesso a Pescara. Lì ho conosciuto Alessandra, la donna della mia vita e, da 5 anni, la nostra piccola Vittoria completa la famiglia. Ale è di Cittiglio, lavora lì e abbiamo deciso di stabilirci nel varesotto. Ho fatto una scelta di vita a 33 anni, vorrei giocare in zona per stare vicino a loro”.
Ha girato mezza Italia, Marco Moro, classe 1984 da Treviso, isole comprese: Messina, in Sicilia, Arzachena e Olbia in Sardegna. Venezia, Spal e Ascoli sono solo alcune della maglie di squadre blasonate che il ‘bomber’ ha vestito nella sua lunga carriera. “Le annate di Venezia – ci racconta Marco – sono quelle che ricordo con più affetto. Sette anni in Veneto dal settore giovanile alla prima squadra, dalla Serie D fino alla Serie A (una panchina contro il Perugia, ndr) sono davvero tanti”.

Marco-Moro-VenziaHa esordito in Serie B il 7 giugno 2013 in un Venezia-Sampdoria, 3-1 per i padroni di casa, e proprio le stagioni con i neroverdi hanno segnato la sua carriera. “Nel giugno del 2007 ci giocavamo la promozione in serie B a Venezia. Nella gara di andata playoff incontrammo il Pisa in casa, finì 1-1 con un mio gol. E’ la rete più bella e importante che ricordo, eravamo carichi per la gara di ritorno in Toscana. All’Arena Garibaldi perdemmo 3-1, i nostri sogni svanirono e le strade si divisero”.
Qualche rimpianto? “Penso che tutti noi abbiamo qualche rimpianto, qualche porta aperta o chiusa in un batter d’occhio che poteva cambiare la carriera. Ma sono contento di quello che ho fatto, mi considero un privilegiato perchè posso fare della mia passione una professione e non c’è niente di più speciale nella vita di poter fare quello che ti piace”.
La scorsa stagione hai vestito la maglia del Busto 81, un’annata al di sotto delle aspettative? “L’obiettivo era fare i playoff e non siamo riusciti a centrarlo, ma più per meriti delle prime due formazioni che per demeriti nostri. Dopo un buon girone d’andata, nel ritorno non siamo riusciti a ripeterci anche perchè gli infortuni ci hanno penalizzato parecchio. L’ambiente è ottimo, la società è strutturata e sono certo che nella prossima stagione saranno protagonisti”.
Il tuo futuro? “Da Busto mi hanno fatto sapere che non rientro nei piani. Come ti ho detto prima, voglio restare in zona e quindi starò alla finestra in attesa di una chiamata. Ho voglia di giocare ancora, penso di poter dare ancora tanto e voglio godermi queste stagioni”.
Hai già pensato al dopo calcio? “Ci penso ogni giorno, perchè ormai il mondo del calcio è molto instabile, soprattutto in questa categorie e io vorrei cercare una tranquillità e una stabilità soprattutto per la mia famiglia. Mi piacerebbe restare nell’ambiente, mi vedo come allenatore, magari dei ragazzini per vedere se ho le qualità e le competenze tecniche e, soprattutto, umane per insegnare ai giovani”.

Michele Marocco