Quest’anno non ha vinto il campionato, ma Giuliano Melosi, ex tecnico del Varese Calcio, è riuscito ad ottenere molto di più conducendo la Grumellese, squadra del Girone B di Serie D, ad una salvezza impensabile. “Quando l’estate scorsa sono andato là, mi hanno preso per pazzo, mi hanno detto di aspettare, che avrei trovato di meglio, ma io sono un uomo di campo, mi piace lavorare e l’ho presa come sfida. Alla fine si è rivelata una grandissima scelta”.

La squadra è riuscita ad opporsi alle turbolenze societarie. “All’inizio c’era una persona che gestiva società e che ha fatto delle promesse, ma a novembre i soldi non si vedevano ancora e a quel punto ha cercato di mandarci tutti a casa, sia a me che gran parte dei giocatori, ma c’è stata l’opposizione da parte nostra, disposti ad andarcene solo se fossimo stati pagati. A quel punto ha ripreso in mano la situazione il vecchio presidente e da lì in poi è stato tutto regolare”.

La sua Grumellese è uscita dalle sabbie mobili, è il caso di dire che, considerando anche la situazione del Varese, l’equilibrio societario aiuta eccome una squadra? “Direi di sì, anche se non è tutto. Io nel frattempo ho perso 4 giocatori importanti e ho avuto il coraggio di far giocare un Juniores 2000 che dopo un po’ di partite abbiamo venduto al Torino. Ho buttato dentro tanti giovani e non so quanti avrebbero avuto il coraggio di farlo, la svolta è stata questa.
Da novembre sino alla fine siamo scesi in campo con 6 giovani e purtroppo non abbiamo vinto la speciale classifica perché è stilata in base ai tuoi giocatori, mentre i miei erano in prestito”.

panchina melosiCosa dire sul Varese? “Oramai il passato è passato, mi dispiace molto perché sono sceso di categoria pensando ci fosse un progetto importante anche per me che non sono legato a nessuno. Poteva essere l’occasione per raggiungere il professionisimo dove posso arrivarsi solo vincendo. Abbiamo stravinto in Eccellenza ed ero convinto lo avremmo potuto fare anche in D, ma sono state fatte altre scelte e hanno parlato i fatti. Io ho fatto un grande campionato e per me è come se lo avessi vinto, il Varese ha cambiato tre allenatori non vincendo nulla. Lo scorso anno avevamo un gioco preciso, quest’anno invece l’ho visto veramente male. Ha perso giocatori sui quali io avevo creduto motlo come Giovio, che sotto la mia gestione è stato determinante, e Lercara, un giovane di prospettiva che ha giocato poco e in dei ruoli non suoi. E’ inutile restare ancorati al passato, ognuno è responsabile delle scelte che fa e ne paga le conseguenze o i meriti”.

Via il passato, ma il futuro? “Non so ancora quale sarà la mia destinazione. Paradossalmente ho ricevuto più offerte adesso che un anno fa perché essere stato confermato aveva chiuso subito alcuni discorsi. Ho già parlato con alcune società, sia di Serie D, sia un club professionista estero, ma non ho fretta di scegliere. Ho deciso di non svendermi più; l’ho fatto due volte, a Inveruno e a Varese e non ho preso quello che era giusto prendessi, l’ho fatto come scelta di vita per ripartire, ma alla fine sono rimasto a casa. O prendo quello che dico io o non mi svendo”.

Elisa Cascioli