Avere stoffa non basta nella vita e nel mondo del calcio e non basta qualunque ruolo si ricopra: che sia quello di mister, giocatore, dirigente, presidente, tifoso, magazziniere, segretario…alla stoffa, al talento, talvolta innato, bisogna aggiungere sacrificio, abnegazione, volontà, impegno e…coerenza. Della coerenza ne ha fatto un vanto anche Simone Morandi, ds del Busto 81, che dopo due anni alla corte biancorossa ha deciso di “cedere la poltrona” lasciando il suo tanto amato incarico. La coerenza di non essere più in grado di ricoprire un ruolo come lo si deve ricoprire o forse come lo stesso ds ha ricoperto, fino ad oggi, dando tutto se stesso: “Sono arrivato al punto in cui non riuscivo più a conciliare il mio lavoro, quello della mia sfera privata, con quest’incarico, e ho fatto una scelta, non facile, ma credo la più giusta: sono abituato a fare bene tutto ciò che faccio, a dare il meglio di me stesso, questo non era più possibile e Busto non merita un ds “a metà”, ecco perché mi alzo da una poltrona che tanto ho amato per lasciare posto a chi saprà dare anima e corpo a questa famiglia come è giusto che sia”. Pochi giri di parole e le giuste certezze: “In Eccellenza l’impegno è diverso rispetto ad altre categorie che ho vissuto – continua Morandi – cambiano i modi, le pressioni, le responsabilità, senza contare che non esiste solo la prima squadra: l’anno scorso abbiamo ottenuto il passaggio degli allievi nella fascia regionale, con gli juniores quest’anno abbiamo vinto il campionato provinciale cosa che non ci era riuscita un anno fa all’ultima giornata, mentre con i grandi abbiamo realizzato il sogno Eccellenza e siamo riusciti anche a sfiorare i playoff per la serie D, ci sono davvero mille incastri, mille sfaccettature, prendersene cura nei dettagli come si fa a Busto è tosta”. Un fiume in piena che ripercorre due anni magici: “Una delle cose che più mi gratifica è non avere rimpianti, so di aver fatto sempre la scelta giusta per migliorarmi e sono orgoglioso di questo, sono orgoglioso della famiglia di cui ho fatto parte e so che certi legami non svaniranno, così come so che qui andrà ancora tutto magnificamente perché il lavoro paga, perché a Busto si è seminato tanto e perché i frutti prima o poi si raccolgono, e poi c’è quell’emozione che porterò sempre con me”. Facile immaginare quale: “Il triplice fischio a Gavirate della scorsa stagione, essersi resi conto di aver fatto qualcosa di storico che in questa città nessuno, Pro Patria a parte, era riuscito a fare, abbiamo realizzato un sogno, e so che un giorno quando qualcuno penserà alla prima volta del Busto 81 in eccellenza si ricorderà che il ds di quella cavalcata fu Simone Morandi”, afferma in un mix di fierezza e commozione.
E poi ecco la lista di ringraziamenti, con la naturalezza più totalizzante: “Il primo grazie va a Carmine Gorrasi perché ha bussato alla mia porta due volte prima che gli dicessi sì, ha avuto stima in me fin da subito, una stima che penso di aver ripagato a pieno; grazie a Gigi Galli, Ermanno Berra, Beppe Sforzini, tre presidenti che hanno fatto tanti sforzi e che non ci hanno mai fatto mancare nulla, grazie ai mister Crucitti, autore di una stagione pazzesca in promozione e Tricarico, che si è comportato egregiamente in eccellenza, e poi ovviamente grazie a tutti i giocatori, a tutti i dirigenti, preparatori atletici e dei portieri, magazzinieri, segretari, team manager, fotografi, e tutti coloro che sono passati di qui anche solo per pochissimo tempo ma che sanno di esser entrati a far parte di una famiglia, una famiglia che sentirò sempre un po’ mia”.
E poi c’è il futuro, un futuro vicino ma lontano, un futuro che ha ancora voglia di farsi largo fra il successo: “Non mi interessa la categoria, non mi interessa dove, a patto che sia conciliabile con i miei impegni e che sia logisticamente non troppo gravoso per me, quello che vorrei è vincere ancora, far parte di un nuovo progetto con basi solide e idee chiare, per l’eccellenza ci sarà tempo, per togliermi altre soddisfazioni spero non troppo, ho una passione vivissima e non vorrei chiuderla in un cassetto”.
Ed ecco lì la chiave di tutto: sacrificio, abnegazione, volontà, impegno e coerenza, ma il denominatore comune si chiama passione, una passione che la famiglia Busto 81 ha saputo cullare, una passione di cui il Busto 81 si è privilegiato per due anni, due anni intensi, due anni che sanno di storia, due anni che hanno saputo tracciare un solco indelebile, perché Simone Morandi sarà tanto grato al Busto 81 quanto il Busto 81 sarà grato a Simone Morandi…poi le scelte nel calcio sono all’ordine del giorno, ma le scelte quelle vere, quelle di cuore, pancia e ragione, le fa solo chi ha coraggio, coraggio e rispetto.
Mariella Lamonica