Nessuna imbarcata, nessun cappotto. Varese non è stata per Milano una vittima sacrificale, ma ha giocato la sua partita fino in fondo. Una circostanza tutt’altro che scontata, considerando che spesso su un campo come quello del Forum ci si sente sconfitti ancora prima che l’arbitro alzi la palla a due. E invece i biancorossi hanno affrontato l’avversario a viso aperto.

Rispetto alla gara con Venezia, in cui i segnali positivi erano stati tutto sommato pochi, questa volta la Openjobmetis può effettivamente uscire dal parquet a testa altissima, con la consapevolezza di essere andata ad un passo da un’impresa che avrebbe avuto del clamoroso. No, non è un’esagerazione: l’anno scorso Varese perse a Milano di 8 – un risultato ritenuto comunque positivo – ma senza mai impensierire realmente l’Olimpia, quest’anno invece la squadra di Caja è stata anche sul pari a 2’ dalla fine.

Certo, nel finale il talento di Theodore ha fatto la differenza, mentre il ferro ha beffardamente sputato un paio di conclusioni dall’arco di Antabia Waller. Eppure l’impressione è stata che Varese abbia dimostrato di essere ad oggi più squadra rispetto all’Olimpia, con Milano che è riuscita ad avere la meglio solo grazie allo strapotere degli esterni Theodore (21 punti con 9/16 dal campo) e Goudelock (21 punti con 8/9 da due), immarcabili per Wells e Waller.

Milano paga probabilmente una preparazione impostata per iniziare bene l’Eurolega (il 12 ottobre), ma Varese può e deve essere orgogliosa della sua prestazione. Si è visto tantissimo in difesa, con un’energia in grado di rompere i giochi dell’EA7 e di creare qualche buona situazione in campo aperto, come predicato da coach Caja in settimana.

Si è visto, sul piano individuale, qualche segnale di miglioramento da parte di Wells (11 punti e 4 assist) e Cain (11 rimbalzi). Il playmaker è stato fondamentale nel controparziale, dopo che Milano era volata sul +12, che ha riportato Varese a contatto. Proprio quella reazione è stato il messaggio più interessante lanciato dalla Openjobmetis per cancellare la partita con Venezia.

Ad aver impressionato maggiormente, nella gara di ieri sera, sono stati Okoye e Hollis: Stan per la pulizia tecnica e per l’energia sfoderata a tutto campo, Damian per l’eleganza con cui riesce a produrre magie spalle a canestro. Ma una menzione d’onore se la merita anche Nicola Natali, autore di una tripla e preziosissimo in difesa su Micov.

Insomma, Varese torna a casa dal Forum con la consapevolezza di aver giocato una partita praticamente perfetta, persa per pochi dettagli contro una squadra che sulla carta avrebbe dovuto stravincere. Ci sono tutti gli ingredienti per far sì che la settimana che separa i biancorossi dall’incontro con Cantù sia imperniata sulla fiducia e sull’entusiasmo, anche se la pressione nel derby sarà alta e i brianzoli hanno dimostrato di avere parecchio talento in squadra.

Filippo Antonelli