Tre finali attendono la Openjobmetis Varese per tentare una difficile qualificazione ai playoff. Non dipenderà tutto dai biancorossi, con Brindisi e Pistoia osservate speciali per l’unico posto che avanza – a meno di un crollo verticale di Capo d’Orlando – per la post-season. Cavaliero e compagni, per poter sperare fino in fondo, non devono lasciare punti per strada. A partire dalla difficile trasferta di Venezia, che coach Attilio Caja ha presentato così:

«Siamo ripartiti questa settimana analizzando la vittoria su Trento e concentrandoci su quello che ci resta da fare in questo finale di campionato. Non siamo sazi nonostante la conquista dell’aritmetica salvezza. Venezia è seconda in classifica ed è semifinalista della Champions League, è una squadra molto forte. Le aggiunte di Stone e Batista [che salterà la partita di domenica per infortunio, ndr] dimostrano che in laguna giocano per grandi obiettivi».

«Considerando che Milano è fuori portata, arrivare secondi significa quasi essere primi. Per questo bisogna fare i complimenti a De Raffaele e società per il lavoro di questa stagione. Noi vogliamo capire – ha proseguito Caja – quanto siamo distanti da loro. In fondo loro sono secondi in classifica, ma noi nel girone di ritorno siamo secondi per punti conquistati. È una bellissima sfida per i nostri giocatori».

Il tecnico pavese non si accontenta mai e continua a volere i suoi giocatori al massimo: «Il primo giorno dopo la ripresa degli allenamenti è stato così così: forse risentivamo ancora delle vacanze pasquali. Però poi, già dalla seduta successiva, abbiamo ripreso la consueta intensità. Ho una grande curiosità per questa partita e spero che anche per i miei giocatori sia lo stesso».

La Reyer dovrà fare a meno di Batista, Hagins e Ress. «Solitamente Peric e Ejim giocano da quattro, Ortner da cinque si alterna con Batista o con Hagins. In sostanza – ha spiegato l’allenatore biancorosso – è come se avessero fuori un giocatore solo. Di centro in campo ne sta uno alla volta: Batista si è sempre alternato ad Hagins nelle rotazioni, Ress quest’anno ha giocato cinque minuti a partita. È come se nel calcio avessero fuori il primo, il terzo e il quarto portiere».

«Questo può essere per noi un problema – ha continuato il coach – perché giocherà Ejim da cinque. Ha grande energia e dinamismo, in difesa e a rimbalzo non subisce e in attacco può essere un centro atipico e versatile, con gioco fronte a canestro e un buon tiro da tre punti. Preferisco giocare contro un centro classico considerando i lunghi che abbiamo a disposizione, non necessariamente per noi sarà un vantaggio».

Come si mantiene alta la concentrazione in questo finale di stagione? «Lo sport è competizione: proviamo a stimolare i giocatori col lavoro quotidiano. Competizione significa battersi contro gli altri. Bisogna sempre – ha risposto Caja – dimostrare il proprio valore, al di là degli obiettivi di classifica. Non si sa mai cosa può succedere. Quello che dico ai miei giocatori è che fare buone partite può significare anche farsi vedere da altre squadre o conquistarsi una riconferma. Accontentarsi non serve a niente».

Venezia, così come Varese, avrà grandi motivazioni: può sigillare la posizione alle spalle di Milano. «Il secondo posto è un risultato di grande prestigio, giocando in casa – ha dichiarato il coach – hanno un’occasione per conquistarlo e poi concentrarsi sulla coppa. Da parte nostra, dobbiamo guardare solo a noi stessi. Ci sono altri risultati da considerare, è più realistico dire che dobbiamo fare bene perché ogni giocatore a livello individuale ha interesse a dimostrare quanto vale. Non parlerei di obiettivi di classifica per quanto ci riguarda».

Caja ha concesso un’ultima battuta per commentare la sua riconferma sulla panchina biancorossa: «Sono molto felice e soddisfatto di questa ufficialità, è bello che il lavoro che è stato fatto quest’anno sia stato apprezzato. Sono tornato qui con grande piacere ed entusiasmo perciò sapere che c’è la stima di società, stampa e tifosi è un buon viatico per il futuro».

Filippo Antonelli