Era sbagliarsi esaltarsi dopo le prime partite ed è sbagliato abbattersi dopo l’ultima. Anche se arrivare alla sosta con la spinta e l’entusiasmo derivanti da una vittoria avrebbe dato un sapore completamente diverso a questo inizio di stagione. I segnali positivi delle precedenti gare – in cui Varese aveva stravinto contro Trento e aveva costretto Avellino a faticare più del previsto – sono stati spazzati via da una prestazione senza mordente e vitalità.

L’unico sostanzioso segno di vita la Openjobmetis lo ha dato nella seconda metà del secondo periodo, quando l’energia di Avramovic ha ispirato un parziale positivo. Per il resto, Pelle e Cain (buona prova per entrambi) si sono ritrovati soli a battagliare contro i coriacei lunghi di Sassari senza che dagli esterni arrivasse nulla. Troppo poco per una squadra che dovrebbe puntare sul collettivo per poter competere contro avversarie di questo livello.

Un campanello d’allarme? Probabilmente no, considerando che invece sui campi di Milano ed Avellino la competitività c’era stata. Però, a maggior ragione per questo motivo, la gara di ieri ha lasciato sbigottiti i tifosi del PALA2A, che – come non accadeva da qualche tempo – hanno avviato le operazioni di uscita dal Palazzetto con qualche minuto di anticipo rispetto al suono della sirena. Una scena abbastanza simbolica.

Che la serata fosse storta si è capito fin dai primissimi minuti, con i biancorossi che hanno prodotto in serie tre palle perse largamente evitabili. Con la fiducia offensiva che si è subito abbassata ai minimi termini, anche la difesa ha scricchiolato in più occasioni, costringendo di fatto Ferrero e compagni ad inseguire fin dall’inizio. Come dicevamo poc’anzi, l’unico parziale degno di nota è stato quello a metà secondo quarto, per il resto si può parlare di notte fonda.

Indicativo il dato del plus/minus dei titolari (considerando Cain, che ha giocato 27 minuti, al posto di Pelle, pur partito in quintetto): -12 per Ferrero, -13 per Wells, -16 per Cain e Waller e addirittura -17 per Okoye. Se una squadra ha avuto vita facile proprio nei momenti in cui l’avversaria schierava il suo teorico assetto migliore, vuol dire che il divario visto sul parquet è stato veramente ampio.

Hanno tradito praticamente tutti, da Wells (2/8 dal campo e solo 3 assist) che sembra tornato nella sua spirale negativa a un Waller insolitamente impreciso (3/11) anche con spazio. C’è poi un piccolo caso legato a Damian Hollis, in campo per soli 11 minuti – largamente dimenticabili – nonostante le enormi difficoltà di Ferrero nel contenere Polonara. L’ala grande statunitense sta faticando nelle gare interne, con appena 6.8 punti di media (13.3 in trasferta).

Hollis arrivava a Varese in estate come unico giocatore di reale qualità offensiva quando si trattava di dover inventare qualcosa, ma sta risultando un po’ sacrificato – per questioni di tenuta difensiva – nel ruolo di sesto uomo e ha giocato più di 20 minuti in appena tre occasioni. Poteva essere la sua gara – oltre alle difficoltà di Ferrero, da segnalare anche quelle di un Okoye disattento e pasticcione come non mai – e invece è finito dietro a Natali nelle rotazioni.

Ad un attonito pubblico di Masnago non è rimasto altro da fare che apprezzare le prodezze sassaresi: la Dinamo, una volta archiviata la pratica nel terzo quarto, ha iniziato anche a segnare canestri dall’altissimo quoziente di difficoltà. Sugli scudi Bamforth e Polonara: l’ex della partita ha disputato una gara di notevole maturità cestistica, facendo sempre la giocata giusta al momento giusto (6 assist) e regalando anche spettacolo, ad esempio con le stoppate su Ferrero e Natali e con la schiacciata in penetrazione.

Ora c’è la sosta e la Openjobmetis ha il tempo quindi di lavorare per ricominciare a costruire e a crescere, cercando di farsi condizionare il meno possibile da questo rumoroso tonfo. La classifica, in fondo, può essere letta in tutti i modi: Varese fa parte del gruppone a 6 punti (la prima di questo gruppo è attualmente in zona Playoff) e ha un piccolo margine di vantaggio sulle quattro squadre a 4. La prossima avversaria – la OJM andrà sul campo di Pesaro il 3 dicembre – fa parte di questo secondo gruppo. Varese farà di tutto per non essere assorbita.

Filippo Antonelli