Come l’ultima puntata de Il Trono di Spade. Ti aspetti tanto e non ti arriva abbastanza. Insomma, il sapore è dolce ma l’amaro in bocca rimane comunque. L’1-1 di Rezzato è (all’ingrosso) questa roba qua. Il sapore dolcissimo del test di maturità superato in scioltezza e il retrogusto amarognolo dell’occasione persa. Perché ieri nel bresciano la Pro Patria poteva vincere. Se solo avesse disinnescato i primi 15’ di imbarazzo e (nella ripresa) concretizzato una superiorità apparsa (a tratti) chiara. Avversario di spessore, partita di spessore. Ma i tigrotti sono sembrati più squadra e più avanti nel processo di crescita. Circostanza confermata a fine gara dallo stesso Quaresmini.

Cosa è mancato? Molnar nel primo quarto d’ora e Pedone nell’ultimo. Ok, banale semplificazione. Ma il corpaccione del fiumano avrebbe fatto comodo nell’iniziale aggressione rezzatese. Detto che (una volta prese le misure), Colombo ha poi ampiamente fatto il suo. Quanto al Pedo, ieri non c’era. Quindi, la riflessione lascia giusto il tempo trovato. Restano il suo cambio di passo e la sua capacità di ribaltare il fronte. Qualità che nessun altro in rosa ha nella stessa misura (per informazioni, citofonare Lecco). Sia come sia, Javorcic torna dalla sua terra d’adozione con una certezza in più. Semmai già non l’avesse avuta prima. La direzione presa è quella giusta. All’alba della stagione, è l’unica cosa che conta davvero.

Intanto, Bergamo rules. Con Virtus, Pontisola e Caravaggio a 6 punti e la Romanese (prossimo avversario biancoblu mercoledì alle 18 allo “Speroni”) ancora a punteggio pieno (cioè, una gara giocata ed una vittoria). In estrema sintesi, in testa veleggiano formazioni non esattamente accreditate di questa posizione alla vigilia. Il campionato sarà durissimo. Lo sapevamo. Ma le conferme non si sono fatte attendere.

Giovanni Castiglioni