Ci si avvicina all’inizio della prossima stagione sportiva, che per Varese porterà diverse novità. Le conferme e le basi su cui ripartire, però, sono diverse sia in società sia nello staff dedicato alla prima squadra. Fabrizio Fiorini, amministratore delegato di Pallacanestro Varese, ha commentato l’attuale momento ed è intervenuto sui principali temi che stanno animando l’estate biancorossa.
Cosa si può imparare da una stagione di alti e bassi come quella dell’anno scorso?
«Penso che la cosa che ci è riuscita meglio e che dobbiamo ricordare come monito per il futuro sia stata quella di tenere duro nei momenti difficili, senza rincorrere cambiamenti di giocatori o perderci in discussioni interne. Tenere la barra dritta – come abbiamo fatto a Natale con cambiamenti minimi indispensabili, tra cui quello di Caja che ha svoltato la stagione – è ciò che dobbiamo fare sempre. Bisogna fare gruppo a difesa delle scelte che sono state fatte».
La certificazione ISO-9001 è uno step ulteriore per un’organizzazione societaria ottimale. Al di là delle peculiarità del contesto, anche una società sportiva può essere in parte trattata come un’azienda classica?
«I pareri su questo sono discordanti. Ho sentito commenti di gente che dice che questa certificazione sia una cosa inutile e una perdita di tempo. A mio parere – nonostante l’area sportiva e la prima squadra siano il cuore delle società sportive – a livello organizzativo, strutturale e manageriale più si riesce a standardizzare i processi e meglio si lavora. Questo poi può aver riflessi positivi sulla prima squadra. Certo, la certificazione ISO non vince i campionati, ma magari con una struttura più organizzata si riesce a non fallire e a resistere ad eventuali scossoni».
Coldebella ha incontrato i giornalisti per spiegare la situazione: una volontà di trasparenza o una necessità di chiarimenti in una città che segue maniacalmente le vicende della prima squadra?
«Io non sono stato coinvolto direttamente in questi incontri, per cui non conosco perfettamente il contenuto di essi e l’ambiente che si viene a creare. Io penso che sia una scelta giusta e intelligente per instaurare un rapporto diretto con tutti. Di trasparenza non ce ne sarà mai troppa, è logico, ma non penso che si celino altri motivi dietro a questi incontri. Claudio ha scelto questa strada e per cui trovo giusto che la porti avanti».
Sta per riaprire la campagna abbonamenti dopo il successo della prima fase. Aspettative?
«Fare previsioni è sempre difficile: ammetto che ero abbastanza pessimista su quella fase anticipata, non mi aspettavo molto. I tifosi invece ci hanno dato molto di più di quel che pensassi e mi auguro che anche nel prosieguo della campagna abbonamenti si rivelino splendidi come sempre. Non voglio fare previsioni anche per un altro motivo: sono molto scaramantico».
Quali certezze economiche ci sono per la prossima stagione, anche al fine di evitare i problemi degli anni passati?
«Partiamo con un quadro perfettamente chiaro di tutti i costi e delle entrate delle ultime stagioni. Oggi come oggi non abbiamo ancora certezze assolute sulle entrate relative alla prossima stagione perché i contratti con alcuni sponsor sono in fase di definizione, però conosciamo i costi eccessivi delle ultime stagioni. Il budget reale lo tariamo sulle possibilità reali, tutto quello che verrà in più sarà qualcosa di guadagnato. Nei prossimi mesi, su questo fronte, ci potrebbero essere novità. Non è vero che a stagione in corso non si possa sforare rispetto al budget iniziale, ma l’importante è che tutti ne siano coscienti e che ci siano già le coperture. Il problema si pone quando lo si scopre con troppo ritardo. Da questo punto di vista, assicuriamo che non correremo questo rischio».
Filippo Antonelli