Era nell’aria da due settimane e alla fine è arrivata anche l’ufficialità: Tyler Cain è il nuovo centro della Openjobmetis Varese. Il lungo statunitense ha già un’esperienza italiana alle spalle (a Forlì in DNA Gold nella stagione 2013/2014) ed è reduce da tre annate in Francia. In passato Cain aveva anche vinto due campionati lettoni con il VEF Riga.
La firma di Cain è in linea con tutte le precedenti: il nativo di Rochester è un centro versatile, che non fa di certo della stazza il suo maggior punto di forza. È alto poco più di due metri ed è molto mobile, capace insomma di rompere le difese avversarie con tagli e movimenti rapidi. Non solo: Cain, all’occorrenza, può anche cambiare su giocatori più piccoli.
Questo è un po’ il filo conduttore che stanno seguendo Coldebella e Caja nell’allestimento del roster per la Openjobmetis 2017/2018: i giocatori devono poter ricoprire più ruoli e devono essere in grado, soprattutto nella metà campo difensiva, di giocare di energia e di garantire una notevole pressione sull’attacco avversario. Il modello Trento, menzionato da Coldebella, sta effettivamente trovando un riscontro nelle scelte societarie.
Manca solo un ultimo tassello: quello dell’ala piccola. Anche in questo caso si cercherà un giocatore con queste caratteristiche (e con passaporto comunitario o assimilabile). Il numero tre del quintetto base di Caja, presumibilmente, dovrà completarsi con Okoye e dunque essere affidabile in transizione e nel traffico.
Se le firme di Wells e Cain hanno definitivamente allontanato Maynor e Anosike (diretto verso Brescia?), lo spot ancora scoperto tiene aperte le porte per Christian Eyenga. Il congolese non sembra aver generato l’interesse di squadre di maggior levatura e, a sorpresa, potrebbe quindi tornare a considerare la proposta del club biancorosso.
Se il direttore generale della Pallacanestro Varese aveva preannunciato per la prossima stagione un gruppo di «brutti, sporchi e cattivi», noi rilanciamo con «piccoli, atletici e versatili». Se dovessero verificarsi i giusti incastri e l’alchimia di squadra funzionasse fin da subito, una ricetta del genere nel basket moderno potrebbe portare diverse soddisfazioni e far divertire il pubblico di Masnago.
Filippo Antonelli