Dopo la finale playoff del girone, è tempo di tirare le somme anche in prima categoria nonostante la Belfortese prosegua il suo cammino in direzione Promozione. Tanti promossi per un campionato avvincente qual è stato, e qualche bocciato che ha reso sotto le aspettative e che ci si aspetta possa riscattarsi già a partire dal prossimo settembre.
Ecco i voti delle sedici squadre del girone A di prima categoria.
Guanzatese 9.5 – Dove eravamo rimasti a dicembre? Ad un girone d’andata impeccabile con tanto di meriti numerici che descrivevano la solidità di una squadra da primato? Ecco, distogliamo l’attenzione dai record di miglior attacco e miglior difesa, non raggiunti ma vicinissimi, e concentriamoci solo su quei 64 punti e su una vetta rimasta sempre saldamente fra le mani dei ragazzi di mister Porro. Una vetta raggiunta definitivamente con tre giornate d’anticipo, quando il sogno di una Guanzatese in promozione ha preso forma ed è divenuto realtà. Non sbagliare nulla nel corso di un anno è pressoché impossibile, riuscirci significa rasentare la perfezione, riuscirci affidandosi al giusto mix di esperti e giovani (vedi Girola bomber con 16 reti e 3° classificato al Pallone d’Oro del Premio Varese Sport) significa perfezione e coraggio, un coraggio reso ancor più vivo dalle lacrime di giocatori, mister e soprattutto del presidente Angelo Dubini, “colui che non se n’è mai andato e che ci ha sempre creduto”.
La Guanzatese è…la regina indiscussa di questa stagione
Belfortese 9 – Da dove iniziare? Dai bellissimi 30 punti del girone d’andata o dai 28 conquistati nel ritorno che hanno spinto la Belfortese fino al 3° posto in classifica? Dalla capacità di saper reagire alle difficoltà (vedi infortunio di bomber Markaj ad inizio febbraio) o da quel cuore biancorosso che ha ripreso un ritmo forsennato proprio sul più bello? In realtà inizierei dalla fine. Dalla 30° giornata, da quel “dentro o fuori” in casa del Gorla dove c’era solo un risultato utile per acciuffare i playoff. E la Belfortese con il proprio destino fra le mani non ha esitato e ha scelto “dentro”. A Gorla lo slancio per tutto ciò che è successo dopo, a Gorla una rincorsa che ha visto volare Beretta e compagni oltre Valceresio e Fagnano, battuti con pieno merito in semifinale (2 a 0) ed in finale (0 a 4) playoff. Ma i sogni sono come le ciliegie, uno tira l’altro: domani ci sarà la gara d’andata del 3° turno di post season contro la Cob91, la miglior difesa del girone A (25 reti subite) vuole nuovamente innalzare il muro, mentre Tasco e i suoi compagni di reparto sono pronti a pungere di nuovo. La banda di mister Casaroli riuscirà in un’altra impresa? Ai poster l’ardua sentenza ma comunque andrà la Belfortese è…da standing ovation.
Fagnano 8.5 – Scala diverse posizioni in questa speciale classifica il Fagnano di mister Riccio ma in realtà le posizioni le ha scalate anche nella graduatoria di fine anno arrivando a cifra tonda 60 punti e a prendersi la 2° piazza. Già questo è di per sé un risultato enorme perché non bisogna dimenticare che Fagnano in questa categoria ci è ritornato a settembre 35 anni dopo. Mica male! La seconda metà di campionato, poi, è stata uno show: nove risultati utili nelle ultime nove giornate, un attacco composto da cecchini (77 reti complessive, il più prolifico è stato bomber Manuzzato artefice di 18 reti), una semifinale straripante contro l’Arsaghese battuta addirittura per 6 a 1, e le pile che si sono scaricate proprio sul più bello, quando con il pubblico della grandi occasioni ci ha pensato la Belfortese a strappare la vittoria. Ma la collezione di prestazioni lodevoli di Battagion & CO così come i tanti punti messi in cassaforte, restano senza ombra di dubbio una delle pagine più belle di questa annata.
Il Fagnano è…da applausi a scena aperta.
Arsaghese 8 – Diciamoci la verità, non erano in tanti ad inizio anno a collocarla sul treno playoff, c’era sempre un “però” dopo l’affermazione “è una buona squadra”. Al “però” hanno dato seguito un mister ed un gruppo che in sordina hanno lavorato sodo, non si sono scomposti nei periodi un po’ così e si sono presentati all’appello playoff con la 5° posizione e 57 punti complessivi. E’ vero la semifinale in casa del Fagnano è stata una débâcle (6 a 1), ma il buio di 90 minuti non può oscurare un cammino così luminoso. Sciarini e compagni hanno dimostrato di essere squadra anche su campi tosti come Guanzate, Arcisate, Capolago (16 le vittorie totali), hanno tirato il fiato in più di un’occasione (9 pareggi) ed inciampato per 5 volte, ma hanno cullato un sogno playoff e lo hanno raggiunto dimostrando di essere saliti di un altro gradino rispetto all’anno scorso. A mister Piana, poi, vanno tutti i meriti per essersi rimesso in gioco su una piazza importante e per aver raggiunto, ancora una volta nella sua carriera, la post season.
L’Arsaghese è…l’esempio di quanto il gruppo ed il lavoro paghino.
Valceresio 7.5 – Una partenza da schiacciasassi nel girone d’andata, l’appellativo più volte pronunciato durante la stagione di “Anti-Guanzatese”, la conquista di 27 punti nel girone di ritorno (tre in meno dell’andata), l’alternarsi di vittorie da urlo (vedi proprio quella per 2 a 1 in casa della capolista) a sconfitte raccapriccianti (Cas e Fagnano su tutte), il fiato corto nel finale che l’ha comunque vista approdare ai playoff ma, contrariamente da quanto ci si aspettava, in trasferta, a Capolago per di più, e con un solo risultato a disposizione. Quel risultato non è arrivato, e sicuramene l’amarezza tra Arena e compagni l’ha fatta da padrona, ma non bisogna a nemmeno dimenticare il passato recente fatto di un’annata di trambusti e di una salvezza appena. A ciò come non aggiungere i meriti per aver aiutato l’attaccante Matteo Ponti a prendersi il titolo di capocannoniere del girone (22 reti per lui) ed il Pallone d’Oro del Calcio dilettanti? Se è vero che l’”impresa” è rimasta un po’ incompiuta è vero anche che in un’annata così intensa la squadra di mister Roncoroni ha saputo spesso ritagliarsi un ruolo da protagonista.
La Valceresio è…un treno sulle montagne russe.
Antoniana 7 – Quando si dice crederci e non mollare mai…et voilà, l’Antoniana. La partenza shokkante fatta solo di 4 punti racimolati qua e là, che aveva visto anche l’esonero di mister Giudici e l’arrivo di mister Rimoldi, è stata veramente qualcosa di impensabile vista la rosa e i proclami fatti; la luce si è accesa dal 20 novembre in poi quando è giunta la prima vittoria, una vittoria che ha dato il là a 9 risultati utili consecutivi. Ed è lì che è stata costruita la salvezza, è li che sono stati messi in cassaforte la maggior parte dei 37 punti finali, valsi appunto la permanenza in prima. Pastanella e compagni hanno dovuto davvero sudarsi le famose sette camicie prima di tirare un grosso sospiro di sollievo, ma alla fine ogni cosa è andata al posto predestinato. Ora, però, bisogna fare chiarezza sul futuro e capire se passare un altro anno in “sofferenza” o se provare definitivamente ad ingranare quella marcia in più.
L’Antoniana è…il “Volli, fortissimamente volli”.
Amici dello Sport 6.5 – Il voto è la media esatta fra il 7.5 dell’andata e il 5.5 del ritorno, che poi potrebbe anche essere visto come la media esatta fra i 29 punti dell’andate e i 23 di ritorno, fra la 4° posizione e la 7°, quella conclusiva. La prima tranche di campionato aveva lasciato intravedere una squadra arrembante, entusiasta, propositiva; nella seconda metà di campionato non è l’entusiasmo che è venuto meno ma la “forza”. Il gruppo ha lottato e si è concesso anche qualche sfizio prelibato (pareggio con la Guanzatese, vittoria con Gorla e Valceresio, per dirne qualcuno) ma è mancato quando non doveva mancare, nei match sulla carta più “facili”, nel momento di rimanere attaccato al treno playoff. La lunga assenza di Negri e la girandola d’nfortuni, non sarebbe un alibi se non fosse un dato di fatto. Mister Cau ha spesso dovuto fare i conti con tante, troppe assenze, e spesso ha dovuto sopperire a ciò reinventandosi moduli e formazioni anche a gare in corso. Tutto ciò non ha certo agevolato il suo compito, ma ha dimostrato la poca flessibilità della squadra. Tirare una riga, fare i conti quest’anno per provare a farli quadrare il prossimo, dovrebbe essere il compito della società bustocca.
Il Cas è…un’utilitaria da città non ancora pronta per i viaggi lunghi.
Vanzaghellese 6.5 – Alla fine i punti sono stati 38 e la posizione è stata l’8°, niente male per una neopromossa in prima categoria che ha saputo salvarsi senza troppi patemi e che per un attimo aveva anche sognato in grande (ad inizio girone di ritorno dopo il pareggio con la Valceresio e la vittoria con il Fagnano), salvo poi rimettere i piedi sulla bici e…pedalare. La campagna acquisti di dicembre con gente del calibro di Armentano, Andreolli e Ana Petre, ha contribuito a raccogliere quei frutti che erano stati seminati nei primi mesi dell’anno, frutti che hanno sfamato Napolitano e soci e che il prossimo anno saranno la pietanza da cui ripartire per riempirsi lo stomaco il più in fretta possibile e per, chissà, magari puntare ad un menù da 5 stelle nei mesi finali. Più che soddisfacente, dunque. Il lavoro di mister Spinelli.
La Vanzaghellese è…promossa senza esami di riparazione.
Solbiatese 6 – Forse così dura non era facile pronosticarlo nonostante l’immediata percezione di un ridimensionamento, ma quel che conta, in fin dei conti, è il risultato. 15 punti + 19, sono valsi una salvezza sudata ma conquistata davvero domenica dopo domenica. Tanti gli alti e bassi, più di qualcuno gli scontri diretti persi, troppo pochi i gol segnati (40), tutte componenti che hanno fatto temere il peggio fin quando, da artefici del proprio destino, sono arrivati i punti più delicati ma fondamentali (vedi vittorie con Tre Valli e Vanzaghellese). A dicembre poi, oltre Della Torre, Sourir e Pedotti ecco il ritorno di un uomo squadra qual è Saramin, che sia sul piano del gioco che su quello psicologico è stata una delle pedine fondamentali per raggiungere l’ambito traguardo, così come il rientro a marzo, dopo un lungo infortunio, dell’altro perno di centrocampo Simone Di Nola. Mister Simionato ha cercato di gestire al meglio le frecce disponibili al proprio arco, insieme ai suoi ragazzi ha saputo stringere i denti nei periodi più difficili ed alla fine è stato premiato.
La Solbiatese è…una nave condotta in porto.
Union Tre Valli 6 – Inutile girarci attorno: salvarsi, soprattutto da neopromossa, non è mai facile. I numeri dell’Union Tre Valli (7 vittorie, 12 pareggi, 11 sconfitte) lasciano presagire quanto la stagione sia stata lunga e tortuosa, nonostante la rosa ma soprattutto la campagna acquisti di dicembre potevano far pensare a qualche patema in meno. La compagine di mister Vincenzi, subentrato a Caporale dopo circa due mesi, ha remato tutta nella stessa direzione, è rimasta compatta anche quando qualche elemento chiave ha scelto inaspettatamente l’avventura Svizzera, e si è fatta largo nel calderone della bagarre salvezza. Una salvezza giunta sul campo della Guanzatese, una salvezza che sarà certamente il punto fermo da cui ripartire per arrampicarsi un po’ più su.
L’Union Tre Valli è…una realtà da prima categoria.
Luino Maccagno 6 – Lo sliding doors del Luino Maccagno passa da quel rigore sbagliato da Vallone al 40’ del secondo tempo del ritorno playout con la Gerenzanese. Forse, quel rigore doveva proprio finire oltre la traversa per dimostrare come si può soffrire anche oltre l’ultimo minuto dell’ultimo appello. Perché a quel rigore è seguito il gol di Cannucciari, valso l’1 a 1 a 60’’ dal temine, che ha scatenato l’apoteosi in casa Luino Maccagno. Definire travagliata la stagione di De Berardinis e dei suoi ragazzi sarebbe un eufemismo, è stata molto di più. E’ stata lo specchio di una lunga serie di battaglie, troppo spesso perse anche per demeriti propri come testimoniano i 24 punti globali, ma condite comunque da passaggi sfortunati (vedi infortunio al ginocchio di bomber Ancelliero nei minuti iniziali di Gerenzanese – Luino, seguito di diversi altri infortuni gravi), battaglie mai decisive come quell’ “adesso o mai più”. Quel minuto 89 a Luino è probabile che se lo ricorderanno per molto, moltissimo tempo ed è stato certamente il minuto in cui il cerchio si è chiuso.
Il Luino Maccagno è…qualcosa in più di un mezzo miracolo.
Mozzatese 6 – E’ forse uno dei casi più “inspiegabili” di questo campionato, perché riuscire a capire come fare meno punti dell’andata (13 rispetto ai 16) sia bastato per salvarsi senza nemmeno passare dai playout, è qualcosa di altamente impronosticabile. Eppure a Mozzate ci sono riusciti e con grande merito perché nonostante le mille vicissitudini societarie che hanno spesso destabilizzato l’ambiente, il gruppo è rimasto tale e ha combattuto con l’orgoglio a mille ogni domenica. Togliersi poi la soddisfazione di battere per primi la capolista assoluta (in un recupero del giovedì che fece quasi “scalpore” fra gli addetti ai lavori, tanto increduli dinanzi all’impresa) dà ancora più valore a quest’annata a dir poco rocambolesca. Ora cosa ne sarà della Mozzatese è tutto da vedere, cosa ne è stato quest’anno, però, è un dato di fatto che solo la classifica finale può aiutare a far comprendere a pieno.
La Mozzatese è…la variabile impazzita del girone A rimasta a galla.
Gorla Maggiore 5.5 – Il capitolo Gorla Maggiore si apre la scorsa estate con un cambio di mister ed un importante campagna acquisti soprattutto per quanto riguarda il reparto avanzato, il capitolo Gorla Maggiore si chiude il 30 aprile con un punto fermo e nessun punto esclamativo, nessuna pagina in più. Dopo tre anni di playoff, talvolta anche sfortunati, questo sarebbe dovuto essere l’anno giusto per il tanto desiderato salto; ed invece qualcosa non ha funzionato. Ventisei punti fino a dicembre più trenta nella seconda manche fanno 56, un numero che però è beffardo, perché li colloca proprio nella posizione più amara, la 6°. Gli sprazzi di calcio ben giocato e di personalità, certamente tra i più brillanti del gruppo, non sono bastati, non hanno avuto la continuità necessaria e se arrivi all’ultimo appuntamento dell’anno con l’obbligo di far punti per battere un colpo, qualche mea culpa bisogna pur recitarlo, soprattutto se ti chiami Gorla. Mea culpa doppi, tra l’altro, perché proprio quel punticino non è arrivato, e allora non bastano nemmeno le pezze per asciugare il lato versato. Le grandi potenzialità grigiorosse non hanno trovato sbocco, nonostante due dei suoi interpreti di spicco (ovvero l’attaccante Fabrizio Alessi ed il capitano Antonio Ippolito) siano saliti sul palco del premio Varese Sport come candidati al Pallone d’Oro, un vero peccato.
Il Gorla è…l’assente di lusso al ballo di fine anno.
Gerenzanese 5 – Non poteva essere facile, non lo è mai stato, e alla fine lo scoglio della prima categoria è rimasto insormontabile nonostante quel gol di Calegari a Luino nel ritorno playout avesse fatto credere che a settembre si potesse ripartire proprio da qui. La società ha puntato per la maggior parte sul gruppo autore del salto di categoria, ma senza dubbio qualcosa è mancato. Peggior attacco con sole 27 reti messe a segno, la difesa è stata bucata 51 volte, un cambio in panchina che ha portato il tecnico Valtolina a guidare i comaschi fino ai playout, ottenuti dopo aver abbandonato l’ultima piazza rimasta a lungo la collocazione prediletta, ma quella piccola risalita non è bastata e così, dopo solo un anno in questo campionato, si ritorna in seconda.
La Gerenzanese è…una scommessa persa.
Viggiù 4 – Fare l’elenco di numeri impietosi non avrebbe senso. La realtà è che non hanno trovato luogo le promesse della scorsa estate atte a spingere la squadra verso le zone alte della classifica. La crisi di dicembre ha colpito anche Viggiù, la società ha “smontato” la squadra e nel girone di ritorno è stata una rincorsa contro il tempo, una rincorsa “vana” contro avversari troppo superiori per essere impensieriti. 15° posto, 20 punti totali e nemmeno l’ombra di un playout per un ultimo grido disperato. E’ andata così ma non si possono non sottolineare i meriti ed il carattere di un giovane tecnico qual è Ermolli (subentrato a Colucci) e di tutti quei ragazzi, a partire dai senatori, che non hanno abbandonato la nave e che ci hanno messo la faccia e il cuore fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata.
Il Viggiù è…una promessa non mantenuta, una squadra da ricostruire.
Saronno Robur 4 – Il copia–incolla con la pagella di Viggiù sarebbe semplice e appropriato. Anche in questo caso i problemi societari l’hanno fatta da padrona e quando sono definitivamente esplosi a dicembre hanno visto una vera e propria rivoluzione. Da Roncuzzi a Piccolo fino a De Michelis, ultimo mister della squadra dimessosi a due giornate dal termine, tanti cambi di rotta che non solo hanno creato un ambiente instabile ma che hanno anche dato adito a lunghe polemiche. Da 10° a 16° il capitombolo è netto ma aspettarsi qualcosa in più alla luce dei cambiamenti di metà anno da coloro (giovanissimi tra l’altro) che sono comunque scesi in campo ogni domenica per “provarci”, era onestamente difficile.
La Saronno Robur è…l’altra promessa non mantenuta, l’altra squadra da ricostruire.
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