Andrea Repossi sfida il suo passato, l’esterno offensivo del Varese è pronto a far visita alla sua ex squadra. Il classe 1996 ha trascorso quattro lunghe stagioni con la maglia dell’Inveruno, ma quella di domenica per lui “sarà una partita come le altre. Per me sarà un piacere rivedere i vecchi amici. Ho ricordi molto positivi legati al club e il mio saluto è stata una cosa serena, assolutamente non vissuta male. Ho passato quattro anni bellissimi e il calcio è così, ti porta altrove ed è sempre bello incontrare ex mister e compagni”.
Il biancorosso conosce molto bene gli avversari: “I più temibili sono indubbiamente Broggini e Lazzaro; secondo me sono i più forti. Li ho anche sentiti recentemente, Broggini l’ho incontrato e abbiamo scambiato quattro chiacchiere. Eravamo un bellissimo gruppo e proprio questo ci ha dato la spinta in più nella scorsa stagione in cui abbiamo sfiorato i playoff”.
Nel campionato scorso Repossi ha affrontato il Varese sia all’andata che al ritorno: “A Inveruno ero partito titolare, mentre a Varese ero entrato nel secondo tempo e ricordo di aver disputato una gran bella partita, una delle mie migliori prestazioni. Forse non è un caso se sono qui, il Varese mi notò proprio in quella pazza sfida finita 5-4 per l’Inveruno”.
Venendo al Varese, questo il suo bilancio sull’inizio di stagione negativo: “Siamo partiti male però la squadra è del tutto nuova e dobbiamo ancora conoscerci bene. Partita dopo partita andrà sempre meglio – le sue parole –. Dobbiamo lavorare duramente perché i sacrifici vengono ripagati. Non mi aspettavo un inizio così difficile, però dobbiamo guardare avanti. La vittoria di domenica con la Pro Sesto ci dà fiducia e l’abbiamo ottenuta più col carattere che con la tecnica; solo lottando otterremo i risultati che vogliamo”.
Repossi è stato uno degli ultimi acquisti sul mercato: “Mi sono ambientato subito, non sono uno che fatica a legare coi compagni. Conoscevo Ferri perché per un periodo si era allenato all’Inveruno. Il gruppo è giovane e il tempo ci darà le certezze”.
Finora in campo ha interpretato più ruoli: “Principalmente gioco nei tre d’attacco indifferentemente a destra o a sinistra, a Casale ho giocato come ala; mi so adattare in base alle esigenze del mister”.
Nel turno infrasettimanale di Casale ha trovato il suo primo gol in biancorosso, purtroppo valso a poco: “Lo dedico comunque alla mia famiglia perché se sono riuscito a vestire una maglia così importante è solo grazie ai sacrifici dei miei genitori. Mia mamma mi portava agli allenamenti, alle partite e lasciava da solo papà a mandare avanti l’attività di famiglia. Varese è un punto di partenza per arrivare al professionismo”.
Sulla sua carriera racconta: “Ho iniziato all’oratorio del mio paese, Abbiategrasso, per poi passare alle giovanili del Milan. Poi Como, Pavia e Novara, la preparazione con l’Udinese prima di andare all’Inveruno. Sogno il professionismo, negli scorsi anni ci sono andato vicino, stavolta non voglio farmelo scappare”.
Elisa Cascioli