CECCO: eh, Beppe, ormai sono rassegnato: se non passa un mese…

BEPPE: beh, un mese, giorno più o giorno meno, mi pare un periodo congruo. O pensi che le nostre chiacchiere interessino più della Brexit o delle prime mosse di Trump presidente?

CECCO: ma figurati! Sai però che io con te parlerei un giorno sì e l’altro pure, così, tanto per raccontarla e, soprattutto, per sentirla.

BEPPE: troppo buono, troppo buono. Da dove vorresti cominciare stavolta?

CECCO: eh beh, mi pare che la Openjobmetis debba per forza avere la precedenza: da quanto tempo non si ritrovava così in basso in classifica?

BEPPE: sai che la memoria, almeno per certe cose, non è il mio forte: immagino da quando è retrocessa negli anni scorsi, immagino…

CECCO: nessuno avrebbe immaginato una cosa del genere…

BEPPE. No, nessuno. E infatti non ho ancora sentito uno che abbia tirato fuori la famosa frase: “Io l’avevo detto…”. No, nessuno ha detto (o scritto) niente perchè nessuno immaginava qualcosa del genere.

CECCO: è chiaro che la tua memoria fa un po’ cilecca. Proprio tu avevi espresso delle perplessità e voglio ricordare una frase che mi avevi detto quando ci eravamo incontrati lo scorso 14 settembre, quando mancavano ancora tre settimane all’inizio del campionato: “Con i giocatori tutti in salute, vedo questa Openjobmetis molto meglio che negli anni scorsi, perchè ha un ottimo quintetto e ha cambi di una certa qualità. Però se Maynor e Kangur scricchiolano… saranno guai grossi. In caso contrario, playoff nel mirino”.

BEPPE: se tu dici che io ho detto questa cosa il 14 settembre, sarà vero. Però non immaginavo il disastro. Tra l’altro, per essere onesto, il disastro non è una questione di salute e quindi di infortuni ma proprio di rendimento dei giocatori. Maynor è un disastro, Kangur è più che alla frutta, più che al caffé… Campani, che guarda caso è il cambio naturale di Kangur, è fuori da due mesi e non si sa quando rientrerà; e, a proposito di Campani, già lo scorso anno aveva accusato lo stesso problema.

CECCO: insomma, chi ha fatto le scelte ha giocato un po’ alla roulette…

BEPPE: eh sì, col senno di poi (ma chi ha la responsabilità delle scelte deve operare col senno di prima) è proprio così: tre giocatori sul filo del rasoio sul piano fisico sono decisamente troppi… E adesso si paga dazio.

CECCO: non vorrei sbagliare ma l’ultima volta che ci siamo parlati non abbiamo fatto neppure un cenno all’arrivo di Attilio Caja…

BEPPE: ormai Moretti non aveva più in mano la situazione ed era chiarissimo da tempo. Purtroppo (è paradossale ma è così), la Openjobmetis ha battuto Reggio Emilia, altrimenti credo che la società lo avrebbe avvicendato prima. Dico purtroppo scherzando, perchè è chiaro che quei due punti potrebbero anche rivelarsi fondamentali per la salvezza che si giocherà sul filo del rasoio.

CECCO: che cosa serve per ribaltare la situazione?

BEPPE: sarò forse un po’ banale, ma serve vincere. Non so quante partite, nessuno è in grado di fare adesso dei conti, certo a Masnago non dovrà passare più nessuno, magari con l’eccezione di Milano, perchè la EA7 mi sembra decisamente inavvicinabile per la Openjobmetis e non si potrà pretendere che batta anche la squadra di Repesa. Milano deluderà finché si vuole ma resta pur sempre un’armata pazzesca per il nostro campionato.

CECCO: una parentesi: perchè Milano le busca sempre in Europa?

BEPPE: potrei dirti molto semplicemente che molte delle sue avversarie sono più forti ma non credo sia così, non credo sia questa la risposta giusta. Milano non riesce mai a fare gruppo: colpa dell’ambiente, colpa dell’allenatore, colpa della sfortuna che mette insieme giocatori che non stanno mai bene insieme. Non so quale sia la ragione vera, ma cambiare squadra quasi per intero ogni anno espone a rischi di questo genere, soprattutto oggi che le squadre sono vere e proprie accozzaglie di mercenari, perchè bisogna anche dire le cose come stanno.

CECCO: la parola accozzaglia non ha portato fortuna a chi l’ha usata ai primi di dicembre…

BEPPE: molte cose possiamo imputare a Matteo Renzi ma non di essere carente in italiano. Nell’occasione aveva usato perfettamente il termine accozzaglia per identificare un’alleanza a lui ostile che metteva insieme, ma solo per il “no” al referendum, personaggi, partiti, movimenti con vedute assolutamente diverse, in qualche caso diametralmente opposte. E tutto puoi dirmi ma non che le squadre di basket di oggi (e in qualche caso anche quelle di calcio) non siano accozzaglie di giocatori che non sanno neppure dove si trovano esattamente a giocare e per i quali Caserta o Cantù ,, Trento o Capo d’Orlando fa lo stesso…

CECCO: un amico mi ha detto che Brandon Davies sta facendo faville in Francia…

BEPPE: Brandon Davies non può fare faville… Allora: 1) Davies era improponibile per una riconferma a Varese; 2) in Francia sta giocando meno di 20 minuti a partita nella squadra che è in testa alla classifica, segnado qualcosa meno di 10 punti a gara; però quando segna questi punti? Nessuno lo sa, almeno qui da noi, magari fa come Dominique Johnson che ha arrotondato diversi tabellini a partita ormai morta e allora quelli sono punti che non hanno un grande valore; 3) Anosike, dopo l’arrivo di Caja, sta girando a mille, come ben ha evidenziato Giuseppe Sciascia sulla Prealpina di alcuni giorni fa, in cui aveva messo a confronto i numeri delle ultime partite con Moretti e quelli delle prime con il nuovo allenatore. Discorso chiuso: Anosike tutta la vita!

CECCO: beh, intanto in Coppa un paio di vittorie sono arrivate…

BEPPE: sì, ma sono state vittoriucce, senza nulla togliere… La Openjobmetis ha incontrato le due squadre più scarse del girone e non ha certo incantato. Nello score, cioè nelle statistiche della partita con i turchi di mercoledì scorso c’è la fotografia di tutta la stagione della squadra varesina: Maynor e Kangur hanno valutazioni negative, tutti gli altri hanno il “più”; l’unica differenza la fa Eyenga, che contro i turchi c’era… a metà, mentre in stagione è stato tra i più positivi.

CECCO: perbacco, qui si parla solo di basket ma c’è anche il calcio, c’è anche il Varese…

BEPPE: mah, non so se è solo una mia impressione ma mi sembra che ci sia stato un raffreddamento degli entusiasmi.

CECCO: forse sarà anche per il freddo…

BEPPE: è una… freddura, ma è anche la verità: molta gente non va allo stadio per soffrire, anche se mi pare che sinora, a parte un paio di occasioni, il tempo sia stato abbastanza clemente con i supporter del Varese. Sicuramente le cose cambieranno in primavera, se la squadra sarà ancora lì a lottare per la promozione. E sicuramente sarà lì a lottare per la promozione!

CECCO: sai che solo poco tempo fa ho scoperto con quale formula si gioca? Io credo che in molti tra coloro che vengono allo stadio non conoscano neppure la formula del campionato!

BEPPE: lo penso anch’io, hai detto bene! Credo però che la formula sia giusta ed equilibrata: chi vince il campionato sale in Lega Pro, gli altri disputano i playoff che potrebbero essere anche fini a se stessi, cioè non designare altre squadre promosse.

CECCO: ha poco senso giocare per un mese e poi lasciare tutti a bocca asciutta…

BEPPE: anche questo è vero, ma dalla Lega Pro retrocedono giù 9 squadre, tre da ciascun girone; non puoi mica pretendere che ne scendano quattro da ogni girone…

CECCO: in effetti quattro retrocessioni sarebbero davvero un po’ troppe…

BEPPE: sei il solito tiratardi, anche stavolta l’abbiamo fatta lunga…

CECCO: i momenti sono decisivi, a cominciare da Openjobmetis-Sassari di domenica…

BEPPE: eh sì, speriamo che anche il pubblico se ne renda conto: tutte le partite che si giocano a Masnago sino alla fine del campionato saranno degli autentici spareggi! E con questo…

CECCO: e con questo… alla prossima. Ottimista o pessimista?

BEPPE: moderatamente ottimista, sia per la Openjobmetis sia per il Varese. Ne riparliamo tra un mesetto, magari anche meno…

CECCO: ci conto: alla prossima?

BEPPE: certo, alla prossima!