Nostalgia vs Attualità. Chi la spunta? Ieri allo “Speroni” è chiaramente finita 2-0 per la prima con l’empatica celebrazione del ritorno da avversario di Matteo Serafini (in piccola parte preparata e in larga parte spontanea), che ha travolto, almeno a fine gara, la strettissima contingenza. Inevitabile (anzi, obbligatorio), quando si ha a che fare con una fetta così significativa della recente storia biancoblu. Peccato solo che gratta gratta si finisca sempre con l’identificare l’esperienza a Busto di Nonno Teo con l’opposizione a certe magagne societarie. C’è stato anche dell’altro. Molto altro. Reti (a grappoli), una promozione e altre due stagioni terminate ai playoff (una) e con un primo posto virtuale l’altra. Cioè, oltre alla leadership emotiva, anche tanta ciccia tecnica.

Ma la domanda è un’altra. Il meritatissimo tributo riconosciuto ad una vecchia bandiera, può rischiare di oscurare i bagliori del presente? La risposta sarà negativa solo se il testimone lasciato da Serafini (simbolicamente, la fascia, in realtà, molto di più), verrà raccolto da altri. Il peso specifico di Marito Santana nell’attuale Pro Patria è fuori discussione. In questa stagione decisamente più che nelle precedenti. Ma altrettanto indubbia è la diversa interpretazione rispetto a chi l’ha preceduto che il patagonico dà del ruolo di capitano. Leading by example. Più sul piano tecnico che su quello caratteriale. Ognuno ha la sua sensibilità. E non è detto che una sia meno incisiva dell’altra. Va semplicemente compresa.

Beato il popolo che non ha bisogno di eroi. Quando ci sono, però, è meglio tenerseli stretti.                     

Giovanni Castiglioni