Nel marasma che sta vivendo il Varese tra scarsi risultati che hanno cambiato gli obiettivi, mercato tutto in uscita e difficoltà economica, c’è chi riesce a mantenere la calma totale e a trasmettere, incredibilmente, dosi di serenità. Si tratta del nuovo allenatore. Dalla realtà del Settore Giovanile a quella di una prima squadra in difficoltà, Paolo Tresoldi, interista sino al midollo, è stato catapultato in un lampo sulla panchina del Varese “dei grandi”. Un’idea che balenava già nella mente della dirigenza, ma che si è concretizzata solo una volta che Iacolino ha rassegnato le sue dimissioni. Una volontà che apparteneva anche allo stesso mister, curioso di cimentarsi, prima o poi, alla guida di una prima squadra.

10 tresoldi ferriL’occasione è finalmente arrivata….
«L’ambizione c’era; desideravo mettermi alla prova e capire quali aspetti cambiavano tra giovani e grandi. Ci sono differenze sia per il metodo di allenamento sia dal punto di vista dell’approccio con i giocatori, ma il cambio non è stato poi così netto come invece mi aspettato; le squadre di oggi sono imbottite di giovani, sono in pratica delle Primavere con qualche adulto».

Com’è stato subentrare in corsa?
«In queste settimane, considerato anche l’impegno di Coppa, abbiamo avuto molto da fare. Nella prima settimana non ho voluto stravolgere nulla perché poteva fare solo danni. Questa settimana ci si è messa la neve, ma va bene lo stesso. Come giorni riprenderemo sempre il lunedì con una seduta di scarico per chi ha giocato, mentre per gli altri sarà una seduta normale. Il giorno di riposo invece sarà il martedì».

Il Varese chiude il girone in casa con la Varesina…
«Una sorta di derby in cui abbiamo la possibilità di rifarci dopo la sconfitta di Chieri. Gli avversari sono ben organizzati e in salute nonostante le due sconfitte casalinghe. In trasferta si sono espressi molto bene, ma numeri e statistiche non servono perché si parte sempre da 0-0. Noi dovremmo metterci corsa, grinta e cuore. Questo è quello che serve da qui alla fine».

Sarai emozionato al tuo debutto sulla panchina del “Franco Ossola”?
«Mi ci sono già seduto, ma stavolta è diverso. Sarà un’emozione che però dovrà esaurirsi dopo il riscaldamento perché durante la partita bisogna essere freddi e non c’è tempo per fare troppi pensieri. Per me sarà una partita come le altre, l’impatto c’è, ma le emozioni le lascio fuori».

Non è facile allenare con una società in difficoltà economica e per di più col mercato in corso che sta portando via quasi tutti…
«Io la vivo serenamente e penso a fare il mio lavoro. Lavoro con chi c’è senza fare drammi. I ruoli sono ben suddivisi e io penso solo ad allenare, sono sereno e me la sto vivendo senza patemi dando il massimo».

tresoldiQual è stata la tua carriera come giocatore? E in che ruolo?
«Ero un terzino destro. Ho iniziato da piccolissimo all’Azzate Calcio prima di passare al Varese dove ho giocato sino alla Berretti. Poi Eccellenza a Viggiù, Prima Categoria a Malnate, Concagno e poi di nuovo Eccellenza, a Venegono. Successivamente sono tornato al Viggiù e ho chiuso al Morazzone, in Seconda Categoria, ma allenavo già».

E come allenatore?
«Ho iniziato al Venegono e negli ultimi dieci anni ho allenato nel settore giovanile del Varese».

Chi sono i tuoi idoli calcistici?
«Sono tifosissimo dell’Inter e il mio giocatore preferito è Ronaldo, il Fenomeno. Come allenatore invece mi piace molto Carlo Ancelotti».

Obiettivi?
«Fare bene al Varese».

Elisa Cascioli