Se fosse possibile declinare la “storia” del Basket Marnate con la frase di una famosa canzone, quest’ultima sarebbe certamente “Con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro…”. Frase perfetta per declinare il tempo di un club che, messi definitivamente alle spalle i “fasti”, vincenti, forse, ma filosoficamente sbagliati vissuti nel passato, da qualche anno prova a costruirsi un’identità più normale e adeguata ad una cittadina con meno di 8000 abitanti.
Andrea Albertini coach marnate basket“Abbiamo un piede nel passato sia per ricordare, è giusto farlo, cosa c’è stato prima di noi sia perchè – spiega Andrea Albertini, general manager del club biancoverde – vogliamo anche tracciare una netta linea di separazione con modi di agire e comportamenti che per tante ragioni non sono i nostri. Quindi, preferiamo puntare lo sguardo verso un futuro che da qualche stagione stiamo tentando di costruire in modi differenti”.
Come?
“Prima di tutto credendo, investendo e lavorando nel settore giovanile e implementando giorno per giorno un movimento che – continua l’ex giocatore di Pallacanestro Legnano e Basket Sangiorgese -, rappresenta l’unica ancora di salvezza plausibile e proponibile per un club inserito in un piccola realtà come quella di Marnate. Non a caso abbiamo spostato risorse significative sia sul parco allenatori che oggi è di buonissima qualità e su uno staff in cui spicca la figura del preparatore atletico professor Fabio Pilori, ex Pallacanestro Varese e tecnico federale della Nazionale di salto con l’asta”.
Quale invece lo stato dell’arte per ciò che riguarda la prima squadra?
“Parlando di prima squadra abbiamo in testa un obiettivo chiaro: nel giro di qualche anno ci piacerebbe che la nostra massima espressione agonistica fosse appunto del frutto del lavoro, dell’impegno e dei sacrifici fatti in precedenza a livello giovanile. In questo momento, stiamo cullando un sogno, ma allo stesso tempo proviamo a costruirci da soli il nostro domani”.
Tra le vicende di ieri e le speranza di domani com’è invece il presente?
“Non male, non male. Soprattutto se si considera che nel giro di un paio d’anni la formazione che partecipa alla serie D è già molto ringiovanita e oggi è in grado di schierare 5 giocatori senior e 6-7 Under che giocano minuti importanti tenendo il campo con personalità via via crescente. Nelle mani di coach giovane e brillante come Simone Corbella – il quale aveva iniziato la stagione come assistente di Taverna ed ora ne ha preso il posto perchè il “capo” è stato costretto a farsi da parte per problemi di lavoro -, figurano la “chioccia” Vanoli (brillantissimo playmaker e leader del gruppo classe ’82, ex Cassano, ndr) al cui fianco ci sono Pavesi, Tesone, Grassi e Vivarelli. Tutti pronti a dare una mano ai vari Aspesani, Raimondi, Accoto, Businelli, Rossi e Pogliana, ragazzi giovani, ricchi di entusiasmo e vogliosi di migliorare e sacrificarsi. Due elementi non proprio facili da trovare nei giovani “moderni””.
Per quale obiettivo correte?
“Ci piacerebbe arrivare nelle primo otto per partecipare alla post-season e, soprattutto, per evitare i patemi e rischi dei playout. Per ora siamo in linea di galleggiamento con il traguardo fissato, ma sarà importante alzare ulteriormente il livello di concentrazione sia perchè la serie D è un campionato molto impegnativo, sia perchè un gruppo come il nostro soffre, come tutte le squadre imbottite di giovani, di inevitabili alti e bassi tecnici e mentali. Noi, infatti, giochiamo molto bene quando gli avversari mettono in mostra una pallacanestro tecnicamente pulita e quando riusciamo ad imporre il nostro ritmo sui due lati del campo, mentre facciamo più fatica quando la si butta in bagarre con largo uso di chili, muscoli ed esperienza. Quindi se dovessi proporre, anzi fissare un traguardo a breve termine, direi che nei prossimi mesi mi piacerebbe vedere un gruppo in grado di amministrare e gestire meglio i ritmi e le varie situazioni di gioco. La squadra lavora bene, c’è grande collaborazione tra giocatori e allenatori e – conclude il dirigente marnatese -, ho ragione di credere che entrambi gli obiettivi saranno esauditi”.

Massimo Turconi

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