1 minuto 6 secondi e 3 centesimi sono bastati a Stefano Moneta, giovane talento della Rari Nantes Saronno, per conquistare il titolo di campione italiano di nuoto paralimpico agli assoluti di Portici. Bracciata dopo bracciata, il diciannovenne uboldese ha sbaragliato la concorrenza aggiudicandosi la medaglia d’oro nei 100 metri dorso della categoria S10, stabilendo il nuovo record italiano nella specialità. “Vincere una medaglia d’oro ai campionati italiani assoluti è bellissimo – racconta Stefano -. Un’emozione indescrivibile che ancora fatico a realizzare. Questa medaglia ripaga tutti gli sforzi, i sacrifici ed il lavoro svolto finora”.
Ma questa è solo l’ultima tappa del percorso di Stefano che già nel luglio 2015 si era fatto notare di fronte al grande pubblico portandosi a casa tre argenti, nei 50 e 100 dorso e nei 50 farfalla, agli Youth Games di Varazdin, in Croazia. Una stupenda tripletta con la quale il giovane virgulto della Rari Nantes aveva messo in mostra tutto il proprio potenziale. E Lo scorso weekend, nella massima competizione nazionale, ha confermato ancora una volta di avere tutte le carte in regola per poter diventare un vero campione.

stefano moneta nuoto paralimpicoSACRIFICI – Risultati eccellenti frutto del lavoro e della dedizione di Stefano che da tre anni a questa parte non solo primeggia a livello paralimpico, ma gareggia anche con atleti normodotati: “Normalmente mi alleno sei volte la settimana, circa tre ore al giorno – racconta Stefano -. Spesso capita che gli allenamenti siano al sabato e sono costretto a rinunciare ad altre mie passioni. Come le uscite con gli amici. Ma per raggiungere alti livelli bisogna fare dei sacrifici. E se poi questi vengono ripagati dai risultati allora lo faccio più volentieri”.
Una mentalità vincente quella del giovane talento uboldese che non si ispira ad un solo nuotatore, ma cerca di carpire i segreti degli avversari per migliorare se stesso: “Non ho un idolo. Guardo un po’ tutti gli atleti che mi stanno intorno e prendo spunto da loro. Mi ispiro molto anche ai miei compagni di squadra, che mi stimolano più degli altri, anche perché tra di noi c’è sempre una sana competizione”.

Dopo aver ottenuto questi ottimi risultati, Stefano pensa al futuro e sembra aver le idee ben chiare in testa: “Gli obiettivi sono tanti, ma essendo nuovo nell’ambiente, sono consapevole del fatto che tutto questo non basta. Devo fare sempre di più per poter ottenere i tempi migliori perché ci sono molti atleti competitivi in circolazione. Il primo obiettivo sono gli europei, ma il sogno sono le paralimpiadi”.
La sfida è lanciata. La determinazione a Stefano non manca ed il talento pure. Non resta che dirsi: ci rivediamo a Tokyo 2020.

Alessio Colombo