Come sappia di sale il pane della Serie D la Pro Patria l’ha capito a proprie spese nella stagione chiusa a maggio. Lezione servita? Pare di sì. Almeno a giudicare da parole, opere e (poche) omissioni emerse alla vigilia della partenza per il ritiro di Sondalo. Un trampolino di lancio per il campionato a cui i tigrotti si affacciano con aspettative ragionevolmente pari ai mezzi a disposizione. Per ingannare l’attesa, cinque cose imparate il giorno del raduno.
1) Giù la maschera! Quest’anno niente nascondino. La squadra è stata costruita con qualità e profondità consone alla vittoria del campionato. E (a occhio e croce), nella campagna acquisti turottiana non sembra esserci posto per qualche abbaglio dell’anno passato. D’altro canto, Patrizia Testa è stata chiara. Anche troppo: “Spero che questo sia l’anno della consacrazione. Mi aspetto successi”. Retorica e scaramanzia (forse) non abitano più qui.
2) …e l’ultimo chiuda il mercato! Con 21 giocatori già in rosa (più 4 aggregati dalla Juniores), gli spazi di manovra sono esigui. Ma ci sono. Cosa manca? Ancora una pedina. Secondo Turotti (par di capire), qualcosa sugli esterni o a centrocampo. Secondo chi scrive, in difesa potrebbe (forse) esserci necessità di un ulteriore elemento di esperienza. Sensazioni e nulla più, ovviamente. Sia come sia, il dubbio verrà sciolto in Valtellina. Otto giorni di duro lavoro (doppio quotidiano 9.30 e 17 e test con una Rappresentativa Locale sabato 29), serviranno a questo e a tutto il resto.
3) Ivan Drago Javorcic. Lo spalatino è carico a molla. La possibilità di affrontare la nuova stagione sin dal ritiro estivo stimola la sua (e la nostra) curiosità. Venendo così meno al “pronto soccorso” (la citazione è tutta sua) che aveva caratterizzato le sue prime esperienze da allenatore di una prima squadra. E poi, quando argomenta “Voglio che i miei giocatori escano dalla loro zona di comfort”, ci fa davvero sperare (almeno dialetticamente), in un mondo migliore.
4) Nemmeno il contrappello e l’adunata. Negli ultimi lustri alla Pro Patria gli appelli rivolti all’imprenditoria locale sono un po’ come gli inviti estivi alla moderazione. Tutti li fanno. Nessuno li ascolta. E il battesimo dell’anno di grazia 2017/2018 non ha certo fatto eccezione con Testa e Tiburzi (in stereo) ad auspicare un cambio di marcia. Con una nota a margine. Il rimbalzo della trattativa Galli/Simonini e il conseguente (ulteriore) raffreddamento dei rapporti con Palazzo Gilardoni fanno pensare che anche questa volta la strada sia parecchio in salita.
5) Bomber a mano. Bortoluz, Gucci, Le Noci, Santana. L’ordine è rigorosamente alfabetico. Quest’anno, il poker d’attacco biancoblu non presente apparenti punti deboli garantendo (media spannometrica delle rispettive carriere) un cumulo comunque superiore alle 35/37 reti. Con Gucci (11) e Le Noci (10) che presentano anche la doppia cifra incorporata. Varietà e spessore (se le premesse verranno confermate) che hanno davvero poco a che fare con la categoria.
Giovanni Castiglioni