È stato un Santo Stefano amaro per la Openjobmetis di coach Caja, che ha lottato con le unghie e con i denti – pur priva di Waller e Hollis – contro la Virtus, non riuscendo comunque ad ottenere i due punti. È un copione già visto per i biancorossi, che dinanzi a grandi squadre (Milano e Avellino in trasferta) avevano disputato buone gare, senza però trovare la zampata finale.

La Virtus non si è presentata a Masnago al completo a causa dell’assenza di Lafayette (pur presente a referto), ma a prescindere da questo non ha impressionato: i bianconeri non hanno ancora trovato un’identità collettiva e si affidano per buona parte della gara alle iniziative dei singoli, sfruttando tutto il talento offensivo di giocatori come Gentile, Aradori e Michael Umeh (il sesto uomo di Ramagli).

Proprio per questo motivo c’è ancora più rammarico in casa Varese: questa gara rappresentava una buona occasione per muovere una classifica che non fa ancora paura, ma che si sta decisamente assottigliando alle spalle di Ferrero e compagni. La Openjobmetis, infatti, si mantiene pari a Reggio Emilia e Pistoia e ha dietro solo Pesaro (di due punti) e Brindisi (di quattro).

La partita, pur macchiata da una controversia arbitrale nell’overtime (una decisiva azione biancorossa è durata circa 30 secondi perché il cronometro dei 24 si era fermato: la palla è stata assegnata poi alla Virtus dopo la stoppata subita da Wells nonostante sul tabellone rimanessero ancora – erroneamente – 5″ per Varese), è stata decisa dai guizzi dei fuoriclasse e di un fuoriclasse in particolare.

Sì, perché la Virtus – a differenza di Varese – ne ha ben tre: se Slaughter non è stato mai servito dai compagni e Aradori è stato abbastanza silente (ma chirurgico nei momenti decisivi, eccezion fatta per il tiro libero che ha dato nuova vita ai biancorossi nel finale di quarto quarto), Alessandro Gentile ha fatto invece tutta la differenza del mondo, segnando 32 punti (career-high per lui) e realizzando tutti i canestri più importanti nonostante la fiera opposizione del suo diretto avversario di turno.

La Openjobmetis, invece, è stata penalizzata anche da alcuni errori dei giocatori che hanno avuto ieri il rendimento più alto: Ferrero ha speso alcuni falli ingenui, guadagnandosi in anticipo la panchina e accorciando ulteriormente le rotazioni; Avramovic ha sprecato un contropiede con un passaggio dietro la schiena nel momento di maggiore inerzia per Varese; Tambone ha commesso un’infrazione di passi sanguinosa su un contropiede che avrebbe potuto regalare il +4 alla OJM nel supplementare.

In questi episodi si è vista la differenza più sostanziale tra i biancorossi e quelle avversarie che possono invece contare su uno o più trascinatori nei momenti decisivi delle gare: anche Wells, pur autore dei cinque punti consecutivi che hanno permesso a Varese di arrivare fino al supplementare, in realtà si è limitato a quella fiammata e non è riuscito ad essere incisivo nel resto della gara.

Certo, al netto della differenza di valore sulla carta tra Varese e la Virtus e delle assenze pesanti in casa biancorossa, la sconfitta era un esito accettabile per questa partita. Alla Openjobmetis però, per l’ennesima volta, è mancato pochissimo per portare a casa i due punti. Ed è per questo che bisognerà lavorare (anche) sui dettagli: la trasferta di Brindisi non ammette passi falsi.

LEGGI ANCHE:
– LA PARTITA
– LE PAGELLE
– LA SALA STAMPA
– RISULTATI E CLASSIFICHE
– LA FOTOGALLERY
– LA VICENDA DEL RICORSO

Filippo Antonelli